Il clima degli ultimi giorni dell’anno ha dato il senso più evidente a condizioni meteo mai viste prima: in Sardegna a dicembre si sono superati a ripetizione i 20 gradi di massima, con punte sino a 23-24 nei giorni a ridosso di Natale. Il tutto con condizioni di stabilità generale che hanno garantito un soleggiamento ampio e la quasi totale assenza di vento (oltre il regime di brezza). Tantissime persone si sono riversate sulle spiagge dell’Isola (il Poetto a Cagliari era affollato come accade di solito in tarda primavera), qualcuno ha fatto il bagno senza troppi problemi, anche perché la temperatura dell’acqua non è scesa sotto i 17 gradi. La coda dell’anno ha regalato l’ennesima conferma dopo la lunghissima estate condizionata dalle ondate di calore continue: secondo le statistiche in Italia il 2022 è stato il più caldo di sempre, di sicuro negli ultimi duecento anni, da quando esistono rilevamenti climatici più o meno precisi. Record però che riguarda soltanto le temperature massime, perché le minime più alte sono state registrate in realtà nel 2018, anche se la differenza è quasi irrilevante.

IL GRANDE CALDO – Il record dell’anno appena trascorso peraltro riguarda tendenzialmente l’area mediterranea e parte dell’Europa centrale perché nel mondo in realtà l’anno più caldo risulta ancora il 2016, che precede il 2020 e il 2019. Di sicuro tutti i record sul meteo estremo sono ormai irreversibilmente legati al nuovo millennio, da quando sono evidenti i cambiamenti climatici. A condizionare per tutto l’anno il clima dalle nostre parti è stato l’anticiclone africano di origine subsahariana che è diventato quasi stanziale tra l’estate, l’autunno e l’inizio d’inverno, prendendo il posto del più mite e rassicurante anticiclone delle Azzorre, di origine atlantica. Insomma, il caldo anomalo si è impadronito dell’Europa e soprattutto della parte meridionale, con temperature medie che hanno superato di tre/quattro gradi quelle del periodo. È successo più volte d’estate, è successo anche in questo inizio d’inverno, con i termometri che sono andati di sei/sette gradi oltre il normale. Basti pensare che nelle zone più miti della Sardegna (nel sud, sulle coste) la temperatura massima a dicembre oscilla generalmente intorno ai 15 gradi e questa volta si sono superati i 20 gradi per diversi giorni.

FENOMENI OPPOSTI – Il cortocircuito climatico ha regalato anche il paradosso di condizioni totalmente opposte in altre parti del mondo, come negli Stati Uniti o in Giappone, colpiti da perturbazioni nevose con temperature glaciali. I fenomeni estremi (di caldo o freddo) in diverse parti del mondo, fanno sapere dal Consiglio nazionale delle ricerche, sono da considerare come due facce della stessa medaglia: «Sono le conseguenze del cosiddetto jet stream, la naturale circolazione d'aria che a 9-12 chilometri di altitudine attraversa tutto il pianeta in modo ondulatorio, determinando la formazione dei sistemi di alta e bassa pressione». In questa fase specifica l'intensità del jet-stream può essere stata influenzata dai cambiamenti climatici, creando situazioni estreme: «Gli esempi sono le temperature molto basse degli Stati Uniti, della penisola scandinava o del Giappone e le temperature miti nel bacino del Mediterraneo, determinate dal richiamo di aria di origine nordafricana».

RECORD CONTINUI – I rilevamenti statistici sul clima confermano in ogni caso un innalzamento costante delle temperature, fenomeno che sta diventando da record negli ultimi anni. I meteorologi e gli esperti di tutto il mondo concordano sul fatto che estati estreme come quelle del 2022 in Europa sono destinate a diventare quasi strutturali. Il Met Office britannico fissa anche i tempi: dal 2035 il caldo estremo vissuto nell’ultima estate «diventerà la normalità».

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