È stata tante cose, la Renault 4, mancata all'affetto della sua catena di montaggio nel 1993 all'età (considerevole, per un modello di automobile) di 32 anni. È stata una station wagon prima che la inventassero, per cominciare. E anche un'auto "proletaria", considerato che era l'ideale per i piccoli artigiani come ad esempio elettricisti, idraulici e muratori, che ne apprezzavano il bagagliaio capiente e non potevano permettersi l'acquisto di un furgone. Ma era pure una vettura per giovani, considerato che era di moda come "prima auto della vita" tra le più fresche, e meno ricche, generazioni dell'epoca. In Italia, era inoltre un'auto storica: non nel senso di quelle molto datate che, proprio per il valore storico nel settore automobilistico, sono esentate dal bollo, bensì per il piccolo ruolo che ricopre nella Storia recente d'Italia: fu nel bagagliaio dell'auto francese, che nel 1978 a Roma si trovò il cadavere del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, in via Caetani, a poca distanza da Botteghe Oscure (allora sede del Partito comunista italiano). Ed era rossa, quella R4: come le Brigate che rapirono e uccisero lo statista nel momento più alto per loro, e più basso per il Paese, dei cosiddetti "Anni di piombo" e del terrorismo di ogni matrice.

Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)
Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)
Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)

Per queste e altre ragioni, la Renault 4 non può essere considerata semplicemente uno dei numerosi modelli di automobile che hanno venduto tanto in Italia e in Europa (otto milioni di esemplari), particolarmente in Francia di cui è figlia: molti modelli della Fiat la batterebbero. È invece stata la testimonial di un'epoca, uno stile di vita e di pensiero, un simbolo del lavoro operaio. Con tutto ciò che, di romantico e ideologico, questa qualifica può contenere.

Il logo per i sessant'anni della Renault 4
Il logo per i sessant'anni della Renault 4
Il logo per i sessant'anni della Renault 4

Dunque, già dagli anni Novanta non la troviamo più nelle concessionarie, ma il suo mito resiste: al punto che la casa automobilistica francese ha deciso di festeggiare con una serie di iniziative (tutte su Internet, come la pandemia da Covid-19 impone) il sessantesimo anniversario della nascita di questo modello di auto al di fuori dagli schemi. Perché è lì, che è sempre stata, anche dopo che si è smesso di produrla. Ed è per quello che tutti coloro che hanno dai quarant'anni in su la ricordano distintamente.

Era l'auto blue-jeans nella mente di Pierre Dreyfus, amministratore delegato della Renault dal 1955 al '75, che aveva il problema di fare concorrenza alla 2Cv Citroen e alla Fiat 600. E poi c'era da rimpiazzare la 4Cv progettata negli anni Quaranta, ormai obsoleta e decisamente invendibile. Ne fecero tanti, di prototipi a due e quattro tempi fatti girare su strade asfaltate e sterrate di tutto il mondo, prima di presentare in Camargue la Renault 4 L prodotta nello stabilimento in Losanga.

Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)
Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)
Un esemplare di Renault 4 (foto Ansa)

Tutto questo avvenne sessant'anni fa, che ora sono da celebrare degnamente per quanto le norme per prevenire i contagi da Covid-19 possono consentire. Si fa quel che si può, e che si deve, per celebrare un'auto dall'altissimo blasone proletario. Le iniziative abbracciano molti periodi di quest'anno e, inevitabilmente se si considera il periodo di pandemia, spesso si svolgeranno sui social network: non è la stessa cosa, ma è assai più di niente.

Renault ha incaricato un artista - si chiama Greg, fa il grafico e l'illustratore - di realizzare una quindicina di Renault 4L tutte diverse, a seconda del periodo che devono rappresentare: 32 anni sono un'era. Lungo gli Champs-Elysées a Parigi da domenica 14 febbraio, giorno degli innamorati, è stata esposta la R4L nell'allestimento Parisienne: nell'Atelier Renault. Per quanto riguarda marzo, l'omaggio al modello di vettura francese sarà invece con trenta diverse versioni. Ne saranno scelte dodici ("Le più iconiche", commenta la casa automobilistica francese) e saranno sistemate in una grande teca realizzata proprio per questi festeggiamenti. Ci saranno filmati divertenti realizzati in stop-motion con i modellini della R4, ma questo è il programma di aprile. Ogni mese un tema diverso, anzi un sottotema: perché la protagonista sarà sempre e comunque la cara, vecchia, gloriosa Renault 4, alla quale sarà riservato un trattamento da star: non a caso, sarà lei a sfilare sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Cannes. Perché è vero che, a guardare oggi una R4, ci s'intenerisce per le sue linee essenziali e i suoi interni non esattamente improntati al lusso e assolutamente privi di fronzoli, ma siamo di fronte a una signora di sessant'anni che è ancora idolatrata da chi ne ha posseduta una. E che costava, trasposta nell'economia di oggi, la miseria di settemila euro. Certo, con quel cambio lì che pochi sapevano usare, ma era da quello che si vedeva un vero padrone di R4.
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