«Ci pensiamo sempre. Ogni giorno. Certo, quando arriva il due marzo di ogni anno, si accavallano i pensieri più tristi: è la giornata della ricorrenza. Sono passati ventinove anni, il dolore è sempre lo stesso». 

Peppino Sedda ha 75 anni, è un dipendente statale in pensione originario di Ottana, abita da mezzo secolo a Genova, ed è il fratello di Fabrizio, il pilota della Finanza morto all’età di 29 anni insieme al collega Gianfranco Deriu (42) nell'incidente di Feraxi: il loro elicottero è sparito nel nulla.

Fabrizio Sedda, morto all'età di 29 anni il due marzo del 1994 (foto archivio Unione Sarda)
Fabrizio Sedda, morto all'età di 29 anni il due marzo del 1994 (foto archivio Unione Sarda)
Fabrizio Sedda, morto all'età di 29 anni il due marzo del 1994 (foto archivio Unione Sarda)

Errore umano o guasto tecnico; abbattuto da chissà chi per aver visto chissà che cosa, secondo i sospetti non solo dei familiari come Peppino Sedda ma anche di un’inchiesta della Procura di Cagliari che ha aperto un fascicolo contro ignoti per duplice omicidio volontario. Inchiesta mai chiusa, come sempre accade nei casi di omicidio, ma che non ha mai portato nessuno sul banco degli imputati.

Cosa ricorda di quel giorno?

«Con mio fratello ci eravamo sentiti qualche giorno prima. Aveva 18 anni meno di me, nostro padre faceva il contadino, mamma casalinga, eravamo una famiglia povera a Ottana, io sono partito in Polizia, lui ha voluto seguire le mie orme e ha fatto domanda nella Finanza. Era un ragazzo allegro, felice, orgoglioso del suo lavoro, del suo incarico di elicotterista. Aveva superato brillantemente due corsi della Guardia di Finanza, era un pilota esperto. Non abbiamo mai creduto a un errore umano o a un guasto tecnico all’altimetro del suo Augusta Volpe 132. Avevamo parlato del più e del meno, poi ci siamo salutati con grande affetto: era il piccolo di casa, il più coccolato anche dagli amici in paese, a Ottana».

Un elicottero della Guardia di Finanza identico a quello scomparso a Feraxi nel 1994 (foto archivio Unione Sarda)
Un elicottero della Guardia di Finanza identico a quello scomparso a Feraxi nel 1994 (foto archivio Unione Sarda)
Un elicottero della Guardia di Finanza identico a quello scomparso a Feraxi nel 1994 (foto archivio Unione Sarda)

Quella notte?

«La telefonata dei carabinieri di Ottana arrivò alle tre di notte. C’è stato un incidente, ma l’elicottero della Finanza aveva in dotazione dei piccoli battelli, stiamo cercando Fabrizio Sedda e il suo collega. Ci abbiamo sperato, poi dopo due giorni abbiamo capito che non cera più niente da sperare».

Che idea si è fatta?

«Guardi, i nostri sono soltanto sospetti ma tengo a dire questo: qualcuno di sicuro conosce la verità, qualcuno sa come sono andate davvero le cose quel giorno, il due marzo di 29 anni fa. Parlo dei vertici dello Stato, della Finanza. Le Fiamme Gialle hanno perso un elicottero e due uomini e sono rimasti sempre in silenzio. Abbiamo scritto a due presidenti della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano, nessuno ci ha mai riposto. Ci sono state indagini parlamentari, interrogazioni al ministro: niente, tutto tace sul fronte ufficiale. Eppure la commissione parlamentare d’inchiesta per il caso dell’assassinio della giornalista Ilaria Alpi, avvenuto tre settimana dopo l’incidente di Feraxi, aveva chiesto gli atti dell’incidente dell’elicottero della Finanza. Perché? Ecco, questo ha alimentato i nostri dubbi, i nostri sospetti: il traffico d’armi è un filo che unisce questi misteri d’Italia?».

Si è indagato anche in Sardegna.

«Forse sono stati commessi degli errori. Ci sono quattro testimoni che dicono di aver visto l’elicottero in rada a Feraxi, non più a sud dove lo stavano cercando nell’immediatezza dell’incidente: il Volpe 123 aveva i fari accesi, come se stessero identificando un natante. E uno di questi testimoni ha dichiarato agli inquirenti che nella zona era presente una nave, la Lucina, il cui equipaggio fu poi sgozzato a Taher, in Algeria, nel luglio successivo. Prove, conferme? Nessuna, a parte che nei pezzi dell’elicottero ritrovati a distanza di anni ci sono segni di proiettili. Infatti prima si indagava per perdita colposa di velivolo, come se l’incidente fosse stato causato da un guasto tecnico imputabile a chissà chi, invece ora per duplice omicidio volontario: l’ipotesi è che l’elicottero sia stato abbattuto».

La spiaggia di Feraxi (foto archivio Unione Sarda)
La spiaggia di Feraxi (foto archivio Unione Sarda)
La spiaggia di Feraxi (foto archivio Unione Sarda)

Altri dubbi?

«L’elicottero era partito da Elmas, aeroporto militare, direzione Capo Carbonara, poi si è diretto verso Nord, verso Feraxi. Era in contatto con una motovedetta e con la torre di controllo, avevano un appuntamento radio ogni cinque minuti. Tutto regolare, poi un silenzio di 50 minuti. Perchè? Nessuno lo ha mai chiarito».

angelo altea deputato per i comunisti unitari con peppino sedda e gavino deriu fratelli dei due piloti della finanza scomparsi con l'elicottero a capo ferrato-foto dufoto----
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angelo altea deputato per i comunisti unitari con peppino sedda e gavino deriu fratelli dei due piloti della finanza scomparsi con l'elicottero a capo ferrato-foto dufoto----

Avete chiesto di sapere la verità.

«Tante volte in questi 29 anni. Invano. Certo, la speranza c’è sempre perché siamo convinti che in qualche cassetto, in qualche nastro, in qualche ufficio, ci sia la prova o ci sia chi sappia davvero cosa ha ucciso Fabrizio e il suo collega Gianfranco Deriu. Una verità scomoda, evidentemente».

Lei e suo fratello siete stati uomini dello Stato.

«Per questo motivo lo vivo come un doppio tradimento». 

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