Se non siete appassionati di football americano di certo non avete mai sentito parlare di Brock Purdy. Se lo siete, probabilmente non ne sentirete parlare più. Però chissà: a volte lo sport regala sorprese clamorose. Chi è Brock Purdy? In America da qualche giorno lo chiamano Mr. Irrelevant, potremmo tradurlo con Signor Nessuno: all’apparenza non è un titolo invidiabile, ma non è proprio così. Questo è infatti il modo in cui, da quasi mezzo secolo, nel football Usa viene chiamato l’ultimo giocatore scelto nel cosiddetto draft, ossia il meccanismo con cui si reclutano i giovani giocatori negli sport di squadra americani. 

Il numero 262

Purdy, un ragazzone ventiduenne dell’Arizona, un metro e 85 per un quintale di peso, era fino a pochi giorni fa il quarterback della Iowa State University. Ora è stato selezionato dai San Francisco 49ers come 262esimo della lista delle nuove promesse della National Football League. Quella del draft è una dinamica quasi incomprensibile per noi italiani: in uno show annuale in primavera, i 32 team Nfl scelgono uno a uno, in ordine inverso rispetto alla classifica precedente, i migliori giovani del campionato universitario. Si fanno sette giri di scelte, e alcune squadre anche qualcuno in più, per via delle complesse regole del draft. Purdy ha chiuso la selezione di quest’anno dopo che gli sono stati preferiti ben 261 colleghi; ma può consolarsi col fatto di approdare con un buon contratto in uno dei campionati più ricchi e prestigiosi di tutto lo sport mondiale.

Il tweet con cui Brock Purdy ha salutato la sua squadra al termine della scorsa stagione
Il tweet con cui Brock Purdy ha salutato la sua squadra al termine della scorsa stagione
Il tweet con cui Brock Purdy ha salutato la sua squadra al termine della scorsa stagione

La sua prossima scommessa sarà evitare di scomparire nell’anonimato, come spesso capita ai Mr. Irrelevant. Non sarà facile, ma qualcuno è arrivato addirittura a vincere il Superbowl. Per adesso potrà almeno godersi i curiosi privilegi della sua condizione: ogni anno il Signor Nessuno viene invitato, con la famiglia, a trascorrere in estate una settimana a Newport Beach, per un soggiorno a metà tra celebrazione e presa in giro.

Una tipica americanata, anche se l’esaltazione dell’ultimo arrivato non è un’invenzione d’oltreoceano: nel ciclismo la maglia nera del Giro d’Italia regalava notorietà e premi, tanto che sono rimasti mitici i sotterfugi di Luigi Malabrocca per non farsi soffiare l’ultimo posto in classifica. Invece, secondo questa usanza nata nella Nfl nel 1976, alla maglia nera delle selezioni regalano in quella settimana un viaggio a Disneyland, la partecipazione a regate e tornei di golf, e altre piacevolezze; ma deve sottoporsi anche a un “roast”, una specie di festa goliardica in cui l’ospite d’onore viene preso di mira con scherzi, aneddoti satirici e roba simile. Nel corso di questo rito riceve il “Lowsman Trophy”, parodia dell’Heisman Trophy che spetta al migliore del campionato universitario: solo che in questo caso la statuetta raffigura un giocatore che perde goffamente la palla ovale.

Brock Purdy spera ovviamente di perderne molto poche nella sua carriera professionistica, ma la vera domanda è: quante avrà l’occasione di giocarne? Lui è un quarterback, il leader tecnico, l’uomo che lancia la palla ai ricevitori incaricati di correre alla meta: i 49ers ne hanno già due di peso, Jimmy Garoppolo e il giovane Trey Lance, un predestinato (terza scelta assoluta nel draft 2021, a 20 anni, ha poi esordito facendo segnare un touchdown al primo lancio della sua carriera professionistica). Se questi due rimarranno a San Francisco, è chiaro che Purdy non vedrà mai il campo; ma se anche Garoppolo andasse via, com’è probabile, il Signor Nessuno sarà chiamato in causa solo in caso di infortuni di Lance (per i quarterback il turnover è praticamente inesistente).

Un buon contratto e poca gloria

Ecco perché è possibile che non sentiremo più parlare del giovane di Iowa State. Spesso i suoi predecessori si sono dovuti accontentare di essere comunque pagati molto bene per rendersi utili solo in allenamento. Lui ovviamente spera di imitare i pochi che sono passati dall’ultima casella del draft al successo vero. L’esempio più brillante è Ryan Succop, ultima scelta (dei Kansas City Chiefs) nel 2009: anche lui con un ruolo delicato (il kicker, quello che segna i punti calciando da fermo tra i pali), da “Irrelevant” ha conquistato subito un posto da titolare, e nel 2021 è diventato il primo a giocare e vincere un Superbowl, coi Tampa Bay di Tom Brady.

L'annuncio di “Mr. Irrelevant" al draft Nfl 2022
L'annuncio di “Mr. Irrelevant" al draft Nfl 2022
L'annuncio di “Mr. Irrelevant" al draft Nfl 2022

Su tutto questo, per ora, non risulta che Brock Purdy si sia espresso. Nonostante la giovane età non ama troppo i social network; dal suo profilo Twitter emerge la figura di un ragazzo sereno, molto religioso. Nella stringatissima biografia si definisce solo “credente in Cristo”; uno degli ultimi, rari tweet è per raccomandare a Dio l’anima di un giocatore della Texas University, morto per overdose; e come immagine di copertina riporta un brano della lettera di San Paolo ai Colossesi, che reca evidenziata la frase “qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l'eredità”. Se affronterà anche la “settimana da Irrelevant” e la carriera nella Nfl con questo spirito, magari non diventerà un super campione, ma saprà gestire le alterne fortune con equilibrio. Alla sua età è una qualità che hanno in pochi, altro che Signor Nessuno.

© Riproduzione riservata