«Enel, ti costerà una fortuna non averci chiesto il permesso. Era tutto quello che dovevi fare», ha detto al Financial Times Everett Waller, il presidente dell’Osage Minerals Council.

Così ha titolato nei giorni scorsi il quotidiano economico: la nazione Osage chiede i danni al gigante italiano dell’energia per le turbine eoliche sui terreni tribali. La comunità protagonista di “Killers of the flower moon” ottiene un’importante vittoria per i diritti degli indigeni.

La Nazione Osage, o soltanto gli Osage, è un popolo di nativi americani federalmente riconosciuta dagli Stati Uniti che vive in Oklahoma. Per chi l’ha visto, si tratta della gente raccontata nell’ultimo film, capolavoro epico, di Martin Scorsese, in questi giorni in tv e sulle piattaforme.

Agli inizi del 1900, gli Osage, costretti dai coloni bianchi che le occuparono a lasciare le terre dove avevano vissuto per secoli, acquistarono un appezzamento dimenticato da Dio, dove poi scoprirono il petrolio. Diventarono ricchi, e finirono nel mirino dei bianchi, che in molti casi iniziarono a uccidere o a ordinare il loro omicidio per portare via loro i diritti sullo sfruttamento di quelle terre. Grazie anche a una legge del Congresso che prevedeva l’assegnazione di un tutore a ogni persona che aveva almeno il 50 per cento di sangue Osage.

Adesso - e questa è la storia recente - gli Osage hanno chiesto all'Enel i danni dopo aver vinto una battaglia legale per vedere riconosciuta la loro sovranità anche nella transizione energetica.

Secondo quanto ha riportato il Financial Times, l'Enel dovrà pagare circa 260 milioni di dollari per rimuovere 84 pale eoliche dalle terre Osage in Oklahoma perché non aveva il permesso necessario, concesso da un apposito Consiglio.

«Gli Osage – hanno spiegato – non sono contrari allo sviluppo dell'energia pulita, ma chiedono di essere consultati dalle aziende». Insomma, vogliono essere padroni in casa loro.

Dall’altra parte, «Enel e Osage Wind rispettano il procedimento giudiziario riguardante Osage Wind e, pur non essendo d'accordo con la decisione della Corte distrettuale federale dell'Oklahoma emessa il 20 dicembre, continueranno ad agire in buona fede per gestire il progetto in conformità con la legge fino a quando sarà determinato l'esito definitivo della vicenda».

Osage Wind, sottolinea Enel, «non ha mai avuto intenzione di estrarre minerali di proprietà della nazione Osage né di metterne in discussione la sovranità, e ha agito nella genuina convinzione che le sue azioni fossero coerenti con i requisiti legali applicabili. Osage Wind – prosegue la nota del gruppo – opera a beneficio della comunità locale. Scuole, agricoltori, allevatori e altri proprietari terrieri di Osage beneficiano della presenza dell'impianto e la regione beneficia di energia pulita e rinnovabile per 50.000 case. La cessazione di attività del parco eolico avrebbe un impatto negativo su questi benefici per la comunità locale. Osage Wind chiederà una revisione della decisione in appello».

La battaglia degli Osage per la difesa delle terre e dei diritti del popolo continua.

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