È uscito su Youtube e sulle piattaforme digitali “Disaccattu Green” (Disastro Green), il brano di denuncia contro la speculazione energetica firmato dai Menhir e alcuni dei nomi più importanti della musica hip-hop e rock del panorama isolano.

I Menhir
I Menhir
I Menhir

«Il progetto musicale», spiega Kingaiè, al secolo Alessandro Gaia, uno dei fondatori dello storico duo nuorese dei Menhir, «nasce dalla forte volontà di concentrare il malessere popolare in un brano che ha la funzione di amplificare il dissenso dei sardi riguardo il discorso della speculazione energetica. Questa estate ho avuto modo di percorrere parecchi chilometri per questioni legate ai concerti in diversi paesi della Sardegna, e in tante occasioni ho avuto modo di vedere l'impatto devastante che hanno le pale eoliche e gli impianti fotovoltaici sul nostro territorio. Una trasformazione violenta e talvolta asfissiante che fa male come un pugno nello stomaco, un qualcosa che va oltre il disturbo visivo; l'impressione è quella di sentirsi aggrediti dall'imponenza di queste torri minacciose che non hanno niente di compatibile con i nostri spettacolari panorami e le nostre fiere montagne millenarie».

Akru
Akru
Akru

Sono dunque scesi sul piede di guerra, nel tentativo di arrestare la costruzione incontrollabile e selvaggia di impianti eolici e fotovoltaici, alcune delle voci più conosciute del panorama musiale sardo: dal gruppo storico nuorese dei Menhir, tra i pionieri della cultura hip-pop e da sempre difensori della cultura e dell'identità sarda, al timbro vocale inconfondibile e graffiante di Stefano Ferrando, dei Kenze Neke, pietra miliare del punk-rock made in Sardinia.

Stefano Ferrando
Stefano Ferrando
Stefano Ferrando

«Come può una pala eolica di oltre 100 metri essere compatibile con un nuraghe?» continua a chiedersi Kingaiè, «Addentrandosi dentro un parco eolico o fotovoltaico si ha l'impressione di essere in un centro industriale, con la differenza che intorno non ci sono strade asfaltate o capannoni, ma colline e distese verdi. Un qualcosa di inaccettabile! Non è solo un’aggressione ambientale ma anche culturale. Destabilizza il nostro equilibrio con la terra, il nostro legame simbiotico con i suoni e i colori dell'isola, come se improvvisamente ci dicessero di sentirci estranei a casa nostra, come ospiti di un territorio che non ci appartiene più. Non si può permettere un atto del genere, perché è pura prevaricazione identitaria».

Futta
Futta
Futta

Assieme a Kingaiè e Momac spicca anche la voce tagliente del rapper sassarese Futta, oltre alle rime da combattimento di Akru, sin dagli anni Novanta uno dei nomi di spicco del rap militante isolano. Il brano, uscito oggi sul canale Youtube dei Menhir, vede anche la partecipazione di Cicittu, già tra i promotori del progetto “Gana Sana”. Le musice sono firmate dal batterista Paolo Succu, Fabio Calzia alla chitarra assieme a Gabriele Lias, Pierpaolo Vacca alla fisarmonica e Gil al basso. Le grafiche del video sono di Grim, writer nuorese di fama nazionale, mentre il sound è affidato all’esperienza solida di Kiquè Velasquez.

Cicittu
Cicittu
Cicittu

Con loro anche le rime taglienti e affilate del rapper sassarese Futta, che sta riscuotendo un grande consenso nell'ambiente degli amanti del genere, e quelle del nuorese Akru, sin dagli anni Novanta uno dei nomi di spicco del rap militante isolano. Un brano, quello contro la speculazione energetica, cantato nei vari dialetti del sardo, compreso il campidanese con i versi schietti di Cicittu, già tra i promotori del progetto “Gana Sana”. «Con questo», conclude il leader dei Menhir che ha coordinato il progetto, «non voglio dire che sono contro la transizione energetica, ma in Sardegna l'unico modo per cambiare direzione è quello di creare comunità energetiche autosufficienti che non devono essere assoggettate alle decisoni di aziende straniere ne gestite da terzi. Noi non siamo la dinamo che deve fornire energia elettrica al resto dell'Italia. Esigiamo rispetto a casa nostra e dialogo costruttivo, non imposizioni dall'alto».

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