È notte fonda quel 9 settembre 1943, il porto di La Spezia è invaso, come mai prima di allora, da marinai e ufficiali, camion e mezzi militari. Il giorno prima Pietro Badoglio aveva annunciato all’Italia la firma dell’armistizio con gli alleati anglo-americani. La corazzata Roma, quella gigantesca macchina da guerra navale con un equipaggio di oltre 2000 persone, era pronta a salpare dallo scalo ligure. Una vera fortezza d’acciaio e cannoni in navigazione, capitanata dall’ammiraglio Carlo Bergamini. Con la Roma quella stessa mattina prese il largo la flotta italiana: 23 navi. La 9ª Divisione (corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia); la 7ª Divisione (incrociatori Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta e Montecuccoli); l’8ª Divisione (incrociatori Duca degli Abruzzi, Garibaldi e Attilio Regolo); la 12ª Squadra (le navi Mitragliere, Fuciliere, Carabiniere e Velite); la 14ª Squadra cacciatorpediniere (Legionario, Oriani, Artigliere, Grecale e Libra); infine, le unità della “Pegaso” (Pegaso, Orsa, Orione, Impetuoso e Ardimentoso). Nella cartella dell’ammiraglio il piano segreto della missione: rotta per Malta, così almeno imponevano le clausole della resa. Ma i fatti seguirono un diverso tracciato, quello impresso nelle carte di un tragico destino.

Aldo Baldasso, marinaio superstite della Nave Regia Roma, deceduto nel 2018. Foto del 2015, archivio L'Unione Sarda
Aldo Baldasso, marinaio superstite della Nave Regia Roma, deceduto nel 2018. Foto del 2015, archivio L'Unione Sarda
Aldo Baldasso, marinaio superstite della Nave Regia Roma, deceduto nel 2018. Foto del 2015, archivio L'Unione Sarda

IL RICORDO «Ogni sera, prima di addormentarmi rivedo la “Roma” in fiamme, e prego per i miei amici e per tutti i colleghi trascinati sul fondo del mare». Quando nel 2015 racconta la sua storia a L’Unione Sarda, Aldo Baldasso ha 95 anni. Vive a Pirri con la moglie Gina e la figlia Paola. Lui era uno dei superstiti sardi di quell’immane tragedia consumata a sedici miglia a nord dell’Asinara. Per oltre settant’anni ha sognato la sua corazzata: «La nave, i marinai bruciati: ogni notte lo stesso incubo». Quel giovedì, 9 settembre 1943 si trovava a bordo della possente Nave Regia, per lui immortale, «non c’era padre eterno che potesse buttarla giù», ripeteva. In realtà furono sufficienti due bombe radioguidate con un carico esplosivo di 1400 chili, sganciate da un Dornier Do217 K2.

L’AFFONDAMENTO «Quella mattina eravamo in navigazione verso la Corsica dopo aver lasciato La Spezia», raccontava. La sera prima il generale Badoglio aveva comunicato la firma dell’armistizio. Un accordo che sanciva un vero e proprio capovolgimento di fronte. L’ordine di partire da La Spezia fu una delle tante conseguenze di quella firma. Si salpava, ma ufficialmente solo pochissimi alti ufficiali sapevano verso dove. Alle 2.25 circa, da La Spezia la flotta italiana con 23 navi tra cui la Roma su cui era imbarcato l’ammiraglio al comando, aziona il comando avanti-tutta. Baldasso era stato assegnato alla seconda sezione Incendio vie d’acqua. Posto di combattimento: gallerie assi. «Quando fummo vicino all’Asinara ho visto alcuni aerei in formazione avvicinarsi alla nave, sono andato giù al mio posto di combattimento. L’allarme aereo lanciato dall’altoparlante ripeteva: non si spara. Pochi attimi dopo ci fu una deflagrazione terribile».

IL FUOCO La prima bomba squarcia la coperta ed esplode nella pancia della corazzata. «Feci appena in tempo a chiedere perché non sparassimo. In quel momento il secondo ordigno colpisce la nave nella parte centrale». Salta la sala motrice di prua. Il deposito munizioni esplode e tutto intorno si accende l’inferno. «Dopo la prima esplosione ci fu buio pesto. Solo dalla fessura di un boccaporto passava un po’ di luce, l’esplosione e le altissime temperature avevano deformato le lamiere, eravamo intrappolati. Alcuni colleghi mi urlavano di fare pressione con la testa contro lo sportello, riuscì ad aprirlo e sono uscito». Baldasso vide una nave invasa da corpi mutilati e decapitati completamente ustionati. «Non ero ferito. In quel momento è come se mi fosse apparsa la mia povera nonna a cui volevo molto bene. L’ho chiamata. Le dicevo di aspettarmi. Ma lei sorridendo mi faceva segno di stare calmo, poi è andata via». L’anziano marinaio ricordava quella immagine tra le lacrime. «Mi sono fatto il segno della croce e mi sono tuffato in mare». Dopo circa tre quarti d’ora Baldasso viene soccorso da un gommone colmo di feriti e marinai ustionati. Gli ordinano di non salire ma di stare in acqua attaccato al natante. L’affondamento avenne alle 15.50. «In quel momento ho guardato la nave e l’ho vista colare a picco». Prima lo scavo si capovolge e sul profilo della grande chiglia centinaia di marinai imploravano aiuto. «Camminavano, si agitavano, convinti che sarebbe rimasta a galla. Invece poco dopo si sollevò la poppa mettendosi in verticale e trascinando nel fondo tutto e tutti. Piangevo mentre facevo il saluto militare».

IL RELITTO Giugno 2012, le prime immagini del relitto della corazzata Roma: 1200 metri sul fondo. «Quando l’ho rivista nelle immagini in tv ho avuto un tonfo di pianto. Quei ragazzi si potevano salvare. Li sogno ogni notte: vedo i loro volti, sento le voci». Aldo Baldasso ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in famiglia, dipingeva tele cariche di serenità. A distanza di circa tre anni dall’intervista-racconto rilasciata a L’Unione, si spegne l’ultimo superstite sardo della Roma e testimone di una delle pagine più tristi della storia della Marina Militare Italiana e della Seconda Guerra Mondiale. Aldo Baldasso aveva 97 anni.  

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il prossimo 9 settembre sarà all'Asinara per la cerimonia dell'ottantesimo anniversario dell'affondamento. Ansa
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il prossimo 9 settembre sarà all'Asinara per la cerimonia dell'ottantesimo anniversario dell'affondamento. Ansa
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il prossimo 9 settembre sarà all'Asinara per la cerimonia dell'ottantesimo anniversario dell'affondamento. Ansa

L’ANNIVERSARIO Dopo 80 anni dal quel funesto affondamento, il prossimo 9 settembre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorderà quella tragica data vissuta nelle acque dell’Asinara. Insieme al Capo dello Stato ci sarà Gustavo Bellazzini, 102 anni, spezzino, oggi l’ultimo dei 622 reduci della nave ammiraglia della Regia Marina. Mattarella ricorderà le vittime, 1.393 marinai compreso l’ammiraglio Bergamini, i cui corpi riposano nel Sacrario a 1200 metri di profondità. Dalla portaerei della Marina Militare Cavour, Mattarella affiderà al mare una corona di alloro. A Porto Torres, da una decina di anni, è operativa un’associazione che riunisce gli ultimi reduci e i familiari delle vittime dell’affondamento della corazzata Roma e delle navi Vivaldi e Da Noli. Grazie all’associazione, a Comune e ai Marinai d’Italia è stato inaugurato il Memoriale ai Caduti.

I NOMI Ecco l’elenco delle vittime sarde e i comuni di appartenenza: Francesco Altea di Sedini, 23 anni proprio il 9 settembre ’43; Marco Boscu, Carloforte, 38; Angelo Brotzu, (dati incerti); Angelino Brozzu, Cagliari, 21; Giuseppe Coloru, Ozieri, 20; Pietro Congiu, Tortolì, 23; Giovanni Conti, Sorso, 19; Antonio Cossu, (dati incerti); Giovanni Antonio Cossu, Usini, 28; Gavino Deligios, Martis, 24; Giovanni Dessì, Terralba, 26; Pietro Dessì, Villasimius, 40; Zemiro Dessì, Terralba, 22; Lino Fadda, Siniscola, 28; Gaetano Baldo Floris, Sassari, 23; Giovanni Loddo, Nurallao, 22; Vincenzo Masala, Ploaghe, 24; Mario Pasqualino Matta, Sant’Antioco, 22; Aldo Pala, Cagliari, 37 anni; Vincenzo Palmas (dati incerti); Stanislao Palomba, Cagliari, 22. Giuseppe Piras, Bosa, 24; Pisanu Giuseppe (dati incerti); Battista Puggioni, Carloforte, 22; Giuseppe Pusceddu, Pattada, 39; Pasquale Saiu, Alghero, 31; Battista Scameroni, Gonnesa, 22; Ugo Ugas , Cagliari, 22; Antonio Useli, 27; Giovanni Antonio Vincis, Bono, 20; Alberto Zedda, Isili, 47; Gino Zedda, Cagliari, 22; Lorenzo Baiocchi, Bonorva, 18 (nave Da Noli); Pietro Cavassa, Carloforte, 22 (Da Noli); Efisio Falchi, Oristano, 20 (Da Noli); Antonio Lipari, Carloforte, 21 (Da Noli); Mario Pischedda , Sant’Antioco, 22 (Da Noli); Salvatore Fais (dati incerti - nave Vivaldi).

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