Vent’anni di folk ad alto tasso alcolico. Atmosfere festaiole e un suono che mescola diversi generi musicali: rock, ska, reggae e world music. Una sorta di “patchanka” rumorosa divertente che segna da vent’anni il percorso artistico della Carovana Folk, la band cagliaritana che qualche giorno fa ha voluto celebrare questo traguardo pubblicando un nuovo singolo (e il video) intitolato “Giovanna”. «Se nel 2004 mi avessero detto che quest’avventura sarebbe durata vent’anni il primo a non crederci sarei stato proprio io. E invece, sia pure con tanti cambiamenti, la nostra musica è più viva che mai e sul palco ci divertiamo come matti». Parola di Andrea Ferrari, cantante, flautista, front man e fondatore della formazione isolana. «Il nome Carovana Folk – aggiunge - riflette l'idea di un viaggio musicale continuo, che porta con sé suoni e storie da tutto il mondo. Ci piace il confronto con altre culture. Non ci consideriamo una band nel senso tradizionale del termine. Nel nostro caso direi che si tratta di un collettivo. In questi vent’anni tantissimi musicisti si sono avvicendati sul palco. Si cambia in continuazione. Qualcuno è uscito per poi rientrare dopo qualche tempo. Insomma, la formazione cambia continuamente e probabilmente questi frequenti mutamenti ci consentono di ripartire sempre con grande entusiasmo».

I concerti dal vivo

Sin dall’inizio la band ha privilegiato la dimensione live puntando sull’energia e sul ritmo. I musicisti hanno anche la fama di grandi bevitori e non lo nascondono. «Le influenze musicali sono molteplici – aggiunge Ferrari – ho sempre ascoltato tantissima musica, sia straniera che italiana. Mi piacciono in cantautori italiani, adoro le sonorità irlandesi. Sono un grande fa dei Pogues. Considero Shane MacGowan uno dei migliori artisti della scena folk mondiale. Tra i miei punti di rifermento non possono mancare i Nomadi, in particolare il periodo in cui alla voce c’erano Augusto Daolio e Danilo Sacco. La nostra “patchanka” è cambiata nel corso degli anni, ma per noi resta importante il momento del concerto. Quando siamo sul palco cerchiamo di dare tutto per coinvolgere il pubblico. Abbiamo lo stessa attitudine punk sia quando suoniamo in acustico che in versione elettrica. Cerchiamo sempre una connessione con chi viene ad ascoltare la nostra musica. Sotto il palco vogliamo che ci sia sempre un gran caos. Il nostro concerto dura circa due ore e mezza».

La formazione

La Carovana Folk anche quest’anno affronta il consueto tour estivo con Andrea Ferrari alla voce, Nicolò Nioi alla fisarmonica, Davide Pisanu alla chitarra acustica, Maurizio Pintus alla chitarra elettrica, Luca Camellini al basso e Alessandro Brundu alla batteria. «Anche quest’anno – aggiunge il cantante della band cagliaritana – proporremo alcuni nostri brani, ma ci sarà spazio anche per cover come “Geordie” di Fabrizio De Andrè e “I treni a vapore” di Ivano Fossati. Ci piace rivisitare a modo nostro le musiche popolari del mondo. Siamo da sempre coerenti con i nostri gusti musicali, ma ci piace sperimentare, provare sempre qualcosa di nuovo, cambiare gli arrangiamenti. Il nostro pubblico è variegato. Ci sono ragazzi e persone di mezza età. Ripeto, l’importante è divertire e divertirci. Fino a quando ci sarà questo spirito continueremo a suonare».

Il nuovo singolo

Quest’anno nella scaletta ci sarà anche “Giovanna”, il nuovo singolo pubblicato nei giorni scorsi insieme al video (presente su tutte le più importanti piattaforme digitale e sui social). «Racconta la storia di un amore non corrisposto – spiega Ferrari – un uomo che si invaghisce di una barista. Ogni ammiccamento, ogni riferimento a una possibilità reale di approccio, viene palesemente frainteso dal protagonista annebbiato dai fumi dell'alcool: in un scena del video è circondato da altre ragazze interessate a lui ma i suoi occhi non vedono altro se non Giovanna. Il nome è ovviamente di fantasia, ma si riferisce a una storia vera. Una storia d’amore in stile Carovana Folk». Il singolo è stato pubblicato dall’etichetta Sonada Rocords. Il video è stato curato dal regista Paolo Carbonia. La fotografia è di Daniele Arca.

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