Cambiare fornitore di energia: la grande paura per 6 milioni di italiani si trasforma in beffa
Il passaggio a una nuova compagnia è raro e la libera concorrenza non decolla. Così le tariffe restano alte, più del resto d’EuropaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il grande spauracchio per un italiano su dieci? Cambiare fornitore di energia. Anche nel caso le bollette arrivino a casa a cifre stellari. Eppure il mercato libero che da pochi anni ha fatto il suo ingresso dovrebbe proprio servire a questo: creare un settore fluido in cui ogni utente può traslocare in tranquillità da una compagnia all’altra nella costante ricerca dell’offerta più conveniente.
E invece nel nostro Paese siamo pigri, poco digitali per poter fare il passaggio online e anche diffidenti nel valutare nuove offerte. Ma soprattutto ignoranti. Perché dall’ultima indagine di Facile.it emerge la non conoscenza dei propri diritti e la paura di sostenere costi che in realtà non esistono.
Il tutto ovviamente fa il gioco delle stesse compagnie che conoscono perfettamente queste dinamiche e ne approfittano per non portare avanti una vera offerta concorrenziale, proprio perché tanto si confida sul fatto che il cliente resterà anche a condizioni più svantaggiose.
Le scelte
«Circa 6 milioni di italiani nascondono una o più paure infondate. Dal timore di dover pagare costi extra a quello di restare al buio, o peggio al freddo», confermano i responsabile dell’indagine di Facile.it.
Sì, il timore più diffuso è quello di un salasso inatteso. Nonostante il cambio di operatore da anni sia completamente gratuito per legge. «La paura più comune, indicata dal 14% tra chi non vuole cambiare contratto, è quella di dover pagare per passare al nuovo fornitore», confermano gli epserti. «Si tratta di un timore infondato poiché, nella stragrande maggioranza dei casi, il passaggio è gratuito e non comporta spese aggiuntive. E sebbene la legge consenta alle società energetiche, solo ed esclusivamente in caso di contratto con prezzo bloccato e durata determinata, di inserire una clausola di recesso, nella realtà questa pratica è quasi del tutto assente e, in ogni caso, è sempre indicata nel contratto; il consiglio è di leggerlo con attenzione prima di siglarlo».
Falsi miti
L’altra grande menzogna (spesso alimentata da call center scorretti che pur di mantenere il cliente minacciano di lasciarlo “al buio”) e proprio quella di essere abbandonati al proprio destino. «Il 9% degli intervistati ha detto di non voler cambiare fornitore per paura di restare senza elettricità o gas», spiegano da Facile.it. «Si tratta, ancora una volta, di un falso mito in quanto il passaggio da un fornitore all’altro non implica mai, in alcun caso, l’interruzione della fornitura. Insomma, non si corre il rischio di restare al buio o, peggio, al freddo».
C’è poi da affrontare il fattore tempo. Una delle credenza popolari è quella che il passaggio di compagnia sia un iter infinito e complesso. «Il 13% del campione ritiene che il cambio fornitore sia “un’operazione troppo lunga e complicata”. Anche in questo caso, si tratta di una paura infondata: per fare il passaggio è sufficiente scegliere la nuova società energetica e mandare ad essa (direttamente online o, se presente sul territorio, in negozio) i dati relativi alla propria fornitura (come, ad esempio, i codici POD e PDR recuperabili direttamente in bolletta) e dell’intestatario, operazione che, nella maggior parte dei casi, si risolve nel giro di pochi minuti. Ed anche la
firma del contratto, che può essere fatta a distanza tramite strumenti digitali, richiede davvero pochi secondi. A quel punto, il gioco è fatto; il cliente dovrà aspettare che parta la nuova fornitura, sarà la società stessa ad avvisare il vecchio fornitore del cambio».
Bisogna cambiare contatore?
Altra paura ingiustificata è quella indicata dal 10% dei rispondenti, che ha dichiarato di non voler cercare un nuovo fornitore perché “non vuole dover cambiare il contatore”. «In realtà il passaggio da un fornitore all’altro non implica la sostituzione del contatore; si tratta solo di un cambio contrattuale e non è necessario alcun tipo di intervento fisico sull’impianto elettrico o gas», concludono gli autori del sondaggio. «L’unico caso in cui potrebbe essere necessaria (ma non sempre lo è) la sostituzione del contatore elettrico è quando, contestualmente al passaggio al nuovo fornitore, si sceglie di aumentare la potenza della fornitura elettrica; se il vecchio contatore non fosse idoneo, potrebbe servire l’intervento di un tecnico per sostituire l’apparecchiatura».