Breivik, la tragedia e la giustizia
A nove anni dalla condanna l'imputato gode di molti beneficiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel film di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria (2009) Christopher Waltz interpreta Hans Landa, un criminale nazista la cui filosofia si riassume nella frase: «La ragione per cui il Fuhrer mi ha strappato alle mie Alpi in Austria e mi ha portato nella campagna francese oggi, è perché capisco di quali imprese incredibili un uomo sia capace una volta abbandonata la propria dignità». La realtà supera sempre la fantasia, seppure fervida, degli sceneggiatori. Ci sono cattivi che non diventeranno protagonisti di pellicole ma hanno segnato per sempre la storia. Il male in questo caso è alto, biondo, algido. Un ragazzone impostato, gelido. Si chiama Anders Behring Breivik. Il 22 luglio del 2011 mette in atto un attentato contro l'ufficio del primo ministro norvegese e poi fa una strage al raduno dei giovani del partito laburista norvegese. Nell'isola di Utoya quel giorno muoiono 69 ragazzi e 110 restano feriti. Breivik li uccide uno per uno, usando un fucile semiautomatico Ruger Mini 14 e una semiautomatica Glock 34. Con lui ha uno zaino pieno di munizioni. Poco prima di far esplodere il furgone fuori dall'ufficio del governo e poi guidare verso l'isola di Utoya, Breivik invia a 1.003 destinatari una mail intitolata: "Una dichiarazione di indipendenza europea". Tra i destinatari forum, partiti nazionalisti, movimenti di estrema destra. Nessuno tuttavia si prede la briga di aprire di aprire le 1.500 pagine del documento. Forse qualcuno le avrà pure lette e sorriso un poco, per i deliri di un uomo che si definirà il più grande cavaliere guerriero d'Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, asserendo come l'obiettivo dei suoi attentati fosse salvare la Norvegia e l'Europa occidentale dall'avanzata dell'Islam. Breivik non è un pazzo. Valutato in prima istanza come schizofrenico paranoide, per quanto affetto da disordine narcisistico della personalità, sarà giudicato perfettamente in grado di intendere e di volere. Nelle prime battute del processo definisce le sue gesta come un attacco "spettacolare" e afferma "rifarei tutto". Spavaldo e irrispettoso nei confronti dei familiari si commuove soltanto davanti ad alcune immagini di propaganda che egli stesso aveva realizzato mostrate durante il dibattimento.