Due giovani che non si stancano di sognare. E menomale! Laurea in economia e scienze del turismo, Silvia Atzori, e Nicola Mascia, laurea in economia e marketing internazionale. Lei di 35 e lui di 37 anni, originari di Villacidro: a entrambi piace credere che il futuro ideale sia anche il merito dell’impegno posto nel passato.
Nel 2013 si trasferiscono insieme in Trentino per proseguire gli studi magistrali, successivamente decidono di stabilizzarsi a Trento, trovano lavoro, si sposano e comprano casa a Vezzano in Valle dei Laghi. E qui nasce il progetto Atotus, che in sardo significa a tutti, con un obiettivo preciso: coinvolgere tutti, appunto.

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“Per farlo abbiamo creato un circuito di economia circolare, il primo in Italia con queste caratteristiche, che include tutti gli attori della filiera della moda sostenibile e li coinvolge per un obiettivo comune: ridurre l’impatto ambientale e sociale della moda e incentivare il consumo responsabile. Abbiamo aperto un punto vendita fisico e un portale online dove vendiamo abbigliamento e accessori sostenibili e facciamo la raccolta dei capi usati”. Silvia e Nicola hanno creato una piattaforma tecnologica e una moneta virtuale che premia il consumatore finale e lo incentiva all’acquisto di nuovi capi sostenibili. I capi usati raccolti, grazie agli attori del circuito, prendono tre vie: riciclo, upcycling e riuso.

“Per creare la circolarità abbiamo coinvolto 16 realtà denominate “attori del circuito” che si contraddistinguono per il loro impegno verso la sostenibilità. 14 aziende italiane, tra filatori, tessitori e brand di abbigliamento, 1 scuola di moda e 1 associazione non profit. Al centro del circuito è stato posizionato il consumatore finale, che chiamiamo Tipper (un ribaltatore, un consumatore consapevole e responsabile). All’interno del negozio fisico viene fatta la raccolta dell’usato con caratteristiche utili al riciclo e vengono venduti i nuovi capi provenienti dagli attori del circuito”.

All’interno della piattaforma tecnologica gira la moneta T.I.P. (acronimo di Together is possibile) che funge da misuratore di sostenibilità e incentivo (1 TIP = 1 €). “Il sistema funziona come una camera di compensazione di crediti e crea una forma di scontistica, concessa al consumatore finale in cambio del suo usato. La Tip funziona inoltre attraverso tutta la filiera per poi tornare al consumatore finale, creando una situazione per tutto l’ecosistema Atotus”.

Il punto vendita Atotus. Foto concessa
Il punto vendita Atotus. Foto concessa
Il punto vendita Atotus. Foto concessa

I capi in disuso possono riacquistare una nuova vita, attraverso il riciclo grazie all’esperienza e alle competenze degli attori del circuito, che costituiscono la filiera tessile. I capi ancora in buono stato, di qualità ma magari ormai fuori moda o difettosi, prendono la via dell’Upcycling (una tecnica sartoriale che dà maggior valore a un capo esistente) grazie a Scuole di Moda e giovani designers. I capi in buono stato da bambini e premaman vengono donati a un’associazione che aiuta madri in difficoltà.

Per incentivare e coinvolgere ancor di più i nostri Tippers abbiamo creato una competizione a premi, la Tippers Challenge, che permette di gareggiare grazie alle due azioni sostenibili: guadagnare Tips riducendo i rifiuti tessili e utilizzare le Tips promuovendo un consumo e una produzione responsabili. I premi in palio sono offerti dai partner sostenibili di Atotus, a oggi 6, aziende con le quali condividere gli stessi valori.

“In questo momento la nostra sede fisica è in Trentino ma, grazie al nostro A-Commerce, è possibile diventare un Tipper da qualsiasi parte d’Italia. Abbiamo infatti creato un sistema che, al primo acquisto sostenibile di qualsiasi cifra, permette di prenotare un ritiro gratuito dei capi usati. In questo modo il corriere che consegna i nuovi capi, ritirerà contestualmente quelli usati risparmiano in CO2 e costi inutili. Al ricevimento dei capi usati faremo un check per poi accreditare le TIPs, utilizzabili ai prossimi acquisti sostenibili”.

È proprio l’acquisto sostenibile l’azione più importante per sostenere il progetto Atotus. Da una parte incentiva una produzione responsabile, promuovendo il Made in Italy, e dall’altra permette al circuito di mettere in circolo i capi raccolti.

“Per noi la sostenibilità è un processo di cambiamento che avviene passo dopo passo nel tempo. Per questo motivo ognuno di noi, con una piccola azione, può cominciare il suo percorso”.

Che dire? Complimenti a Silvia e Nicola per questa idea e …che arrivi a totus.

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