Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner nella semifinale del Masters 1000 di Indian Wells. L'incrocio tra il 19enne spagnolo, numero 2 del mondo, ed il 21enne altoatesino (n.13) mette a confronto due dei migliori rappresentanti della "next gen" del tennis.

Si ritrovano sei mesi dopo il duello terminato a favore del primo, in rimonta, nei quarti degli US Open dello scorso anno, dopo 5 ore e 15' di un combattimento a tratti epico, passato alla storia come la seconda partita più lunga nella storia del torneo. Nei cinque precedenti il murciano è avanti 3-2, ma l'unica finale (Umago) è andata a Sinner.

Nella notte italiana tra sabato e domenica, Alcaraz avrà uno stimolo ulteriore: sollevando la coppa tornerebbe n.1 del mondo. Il campione di El Palmar, vincitore a Buenos Aires il mese scorso e il cui inizio di stagione è stato segnato da una lesione alla coscia, nei quarti si è sbarazzato (6-4, 6-4) del francese Felix Auger-Aliassime, che non era mai riuscito a battere in precedenza, giocando "una delle mie migliori partite di questa stagione". Sinner, a sua volta, ha eliminato (6-4, 4-6, 6-4) il campione in carica, lo statunitense Taylor Fritz, n.5 del ranking Atp. "Affrontare Jannik non è mai facile, è un grande giocatore" gli ha reso omaggio Alcaraz nella conferenza stampa dopo il successo su Auger-Aliassime.

«Col mio team analizziamo meglio gli avversari, cerchiamo di capire cosa ci aspetta - ha detto Sinner per spiegare la sua crescita - E questo per me è fondamentale. A volte in passato non sapevo cosa fare in campo, se non funzionava il mio piano principale. Oggi sto capendo come e quando devo cambiare».

La condizione fisica, nel 2022, è stata uno dei suoi crucci: «Adesso mi sento in una situazione molto migliore rispetto a un anno fa. Mi conoscono meglio, so quando devo spingere e quando invece devo fermarmi. Credo che fra due o tre anni sarò al top delle mie possibilità».

Ancora Alcaraz: «Giocare contro Sinner mi piace perché devo essere molto, molto concentrato su ogni colpo. Devo dare il meglio. Non solo perché ha un ottimo servizio, grandi movimenti, ma perché spinge l'avversario al limite. Cercando di giocare in modo aggressivo con grandi colpi. E per chi lo affronta è davvero difficile restare concentrati, mentalmente e fisicamente, durante l'intera partita. Ecco cosa amo del giocare contro di lui, che mi spinge al limite. Mi aiuta a migliorare». Alla domanda se preferirebbe tornare al numero 1 o vincere uno Slam, così ha risposto: «E' difficile scegliere, ma in questo momento dico meglio vincere uno Slam». 

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