C’è un po’ di Sardegna alle paralimpiadi Tokyo 2020, e a rivendicare con orgoglio questa appartenza è Daniel Dean Pembroke, trentenne inglese medaglia d’oro maschile cat. F13 nel giavellotto. Sardo d’adozione per ragione di sport e di cuore, Daniel  si trova ancora in Giappone con la sua nazionale paralimpica, in attesa di tornare in Inghilterra per riabbracciare la sua compagna sarda, Martina Mula. A spulciare la biografia di Daniel sembra di vedere la stessa parabola di un giavellotto, da quasi atleta olimpico fino al ritiro, nel 2013, a causa di un grave infortunio. Poi la rinascita, con un nuovo “lancio” che parte proprio da Cala Gonone.

“Dan ha iniziato a praticare il giavellotto a 11 anni, conquistando tanti record mondiali juniores”, racconta Martina. “Si stava per qualificare per le Olimpiadi di Tokyo 2012, ed in quel periodo la sua retinite pigmentosa non gli impediva di gareggiare con i normodotati”.

Ma come in una storia bella e tragica, la carriera di Daniel si interruppe a causa della rottura del legamento del gomito, a pochi mesi dalle Olimpiadi.  "I medici gli dissero che aveva solo il 50% di possibilità di recuperare e questo lo portò ad abbandonare gli allenamenti”. 

Era il 2013 ed approfittò di questa pausa per viaggiare: puntando un dito a caso sulla cartina trovò la Sardegna, isola a lui sconosciuta.

"Sbarcato a Olbia – continua Martina - una hostess di terra gli consigliò di visitare Cala Gonone, il mio paese, e lì nacque l’amore per la nostra terra”.

Da quel momento le occasioni per tornare in terra sarda si ripeterono più volte, fino alla decisione, nel 2015, di fermarsi in Sardegna per 6 mesi.

"In Inghilterra ero stato abbandonato atleticamente ed avevo smarrito me stesso – ha raccontato Daniel  – a Cala Gonone ho “pulito” la mente e i cattivi pensieri, lavorando come istruttore di fitness e passando lunghe giornate in kayak nelle calette del Golfo”. 

Presa la residenza nella frazione dorgalese, Daniel catturò da subito l’attenzione e le simpatie della Polisportiva Gonone-Dorgali, con cui si tesserò per la Fidal, ritrovando le motivazioni per allenarsi.

sconosciuti
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"In una delle sue prime uscite agonistiche – racconta Martina - fece un lancio storico che stabilì il record sardo, rimasto imbattuto per diversi anni. Non si era mai visto in Sardegna un lancio del genere! E sempre nel 2015 lo conobbi e iniziammo la nostra relazione”.

Nel frattempo l’ipovisione di Daniel peggiorò fino a compromettere le sue ambizioni sportive. "Decidemmo di prenderci una pausa e viaggiare intorno al mondo per 4 anni: Nuova Zelanda, Australia, fino a ristabilirci, due anni fa, in Inghilterra”. Il resto è storia recente, la voglia di ricominciare come atleta paralimpico e poi il successo, di nuovo, con quel lancio che gli è valso l’oro, stabilendo un nuovo record paralimpico mondiale: 69,52 metri, quasi quattro metri oltre il precedente.

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