Ha una curiosità: «Vedere la Sardegna a maggio: non mi capita dal 2009, l'anno della maturità». Ancora cento giorni - anche un paio in meno - e Fabio Aru sarà accontentato. Il Giro d'Italia lo riporterà nella sua terra per la sfida più dura e affascinante del 2017. Una battaglia contro i tumulti del cuore: «Sì, la febbre sale», dice al telefono da Lugano, la voce ancora un po' nasale per il raffreddore, inevitabile residuo del riuscito intervento di venerdì scorso per ridurre i turbinati. «Io scarico la tensione ma l'emozione sarà tanta, non riesco neanche a immaginare come possa essere. Sono state tutte belle, a Napoli, in Irlanda, a Sanremo, ma a casa mia sarà speciale. Vedo come anche Vincenzo sia emozionato per il passaggio in Sicilia, immagino cosa possa essere la partenza».
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