I Giovanissimi sardi sono terzi in Italia nel calcio a 5, stando al risultato del Torneo delle Regioni.

Ma il 4-3 per la Calabria e l'eliminazione maturata ieri a Bernalda in Basilicata, lascia strascichi di tensione, se è vero che un giocatore cagliaritano di origine nigeriana è stato bersagliato da insulti riconducibili al colore della sua pelle.

RAZZISMO - "Il mio avversario diretto mi ha detto per ben tre volte negro di m...", ha confidato agli amici il ragazzo, 14 anni, che a Cagliari milita come pivot nella San Paolo. "Un altro avversario mi ha dato una spallata e ho sentito dolore al braccio e a una gamba".

E conferme dirette arrivano dall'interno della selezione regionale, che si trova ancora in Basilicata e che rientrerà oggi nell'Isola. La Figc sarda, per ora, pare minimizzare: "Non sappiamo con esattezza che cosa sia stato detto, in campo gli insulti non mancano mai, ma faremo gli opportuni accertamenti", dice il presidente Gianni Cadoni.

Di sicuro, la squadra ha lasciato il campo in anticipo di qualche secondo rispetto alla fine del match, dopo un convulso finale, per l'espulsione di un calciatore sardo e il gol decisivo degli avversari, che ha scatenato l'invasione di campo di 300 sostenitori calabresi.

"I ragazzi erano tesi per il gol dello svantaggio, arrivato con un rigore inesistente dopo che ne era stato negato uno a noi", fa sapere Sandro Camba, dirigente federale. "C'era chi piangeva e chi ha preferito tornare nello spogliatoio".

Chi chiede che sia fatta luce sulla vicenda è Daniele Frau, allenatore della San Paolo, squadra del ragazzo insultato: "Siamo contro il razzismo e crediamo nel rispetto dei valori dello sport. Sempre".

Lorenzo Piras
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