Sino a non molti anni fa quando scendeva in campo la Tharros, gli avversari tremavano. Altri tempi, si dirà: campi in terra battuta, tifosi in piedi a bordo campo e grandi feste prima e dopo le partite.

Poi ci sono stati gli anni "normali"; i biancorossi non erano più considerati leoni, non dominavano più i campionati ma la fede degli oristanesi ha continuato a resistere. Sino al periodo buio, quello fatto di gestioni di società ballerine e di ragazzi che alla fine non scendevano neanche più in campo.

Dall'anno scorso però il cuore ha riniziato a battere. La Tharros non solo si è risvegliata da un lungo periodo comatoso ma adesso è scoppiata la voglia di far trionfare i colori biancorossi nei campi di mezza Sardegna. E soprattutto, ciò che più conta, è rinata la voglia degli oristanesi di tifare e seguire la squadra della città.

Alla partita di esordio nel campionato di Prima si sono staccati 450 biglietti, numero che fa gola a sodalizi che militano in tornei di professionisti. E man mano che le domeniche passano e le vittorie aumentano, i tifosi continuano ad essere sempre più numerosi. "E abbiamo venduto oltre 200 abbonamenti", precisa subito il patron della Tharros Tonio Mura, imprenditore amante del calcio che ha rilevato la società dalle mani del commissario Bruno Corona. Con lui e con il presidente Marco Lilliu un manipolo di vecchie glorie che hanno deciso di riscendere in campo.

"Marco è un amico e ha accettato di ricoprire quel ruolo, io sono ufficialmente il direttore sportivo - sottolinea Tonio Mura - Abbiamo scommesso sulla Tharros ma, chiaramente, per fare le cose bene c'è bisogno di diverse componenti.

Una formazione degli anni Settanta della Tharros (Foto Masala)
Una formazione degli anni Settanta della Tharros (Foto Masala)
Una formazione degli anni Settanta della Tharros (Foto Masala)

A Oristano si può costruire qualcosa di importante ma c'è bisogno di un piccolo sacrificio da parte di tutti". A iniziare dagli stessi oristanesi che sognano una Tharros in campionati più importanti rispetto alla Prima categoria dove oggi milita. "Come soci siamo ancora pochi e voglio si sappia che qui le porte sono aperte: chi vuole aiutarci è il benvenuto. Anzi, a me piacerebbe che il presidente della Tharros sia una persona di spicco di Oristano proprio per sottolineare che le intenzioni di chi oggi sta investendo sono serie".

Intenzioni più che serie, stando ai soldi che sino ad oggi patron Mura & soci hanno investito, andati anche per tappare i buchi lasciati dai predecessori: "Ci stiamo facendo carico anche di pagare le vecchie pendenze, in buona parte già saldate, e di far ripartire il settore giovanile che da queste parti non esisteva, grazie alla collaborazione con l'Accademy del Cagliari di Riccardo Crovi: abbiamo già due squadre e i piccoli giocatori hanno anche l'attrezzatura gratuita. E lo stiamo facendo anche grazie ad alcuni sponsor che hanno creduto in noi, Orto di Eleonora e Crai su tutti".

Sulla stessa linea l'allenatore dei biancorossi Maurizio Nulchis, artefice della salvezza lo scorso anno da una retrocessione che sembrava cosa fatta. "Abbiamo vinto 5 gare su sei ma dobbiamo ancora lavorare: la nostra squadra è in grado di chiudere le partite senza bisogno di soffrire nei minuti finali come invece è capitato - sottolinea mister Maurizio Nulchis - Sono concentrato su spogliatoio e gruppo; in questo momento è normale che ci sia entusiasmo. Conosco bene l'ambiente, so dell'attaccamento degli oristanesi alla Tharros e del fatto che meriti altri palcoscenici.

L'allenatore Maurizio Nulchis (Foto Masala)
L'allenatore Maurizio Nulchis (Foto Masala)
L'allenatore Maurizio Nulchis (Foto Masala)

Per il momento, però, dobbiamo ragionare partita dopo partita". Altro aspetto da sottolineare e che fa capire quanto forte sia il legame con i colori biancorossi di questa città è il ritorno in campo delle vecchie glorie. I giocatori come Paolo Maleddu, Achille Castellano, Dante Romano, Sandrino Piras, Giuliano Zaccolo e Mauretto Pala, che hanno scritto pagine memorabili della storia biancorossa negli anni 70/80, hanno deciso di aiutare questa società: "Stiamo collaborando con la società e lo facciamo veramente col cuore - sottolinea Giuliano Zaccolo, l'Oriali-biancorosso in campo e in panchina allenatore sanguigno - Ognuno ovviamente fa quel che può ma devo dire che dopo un inizio difficoltoso legato più che altro alla situazione in cui versava la Tharros, man mano l'entusiasmo è cresciuto e sta crescendo sempre più; un movimento fondamentale per raggiungere traguardi importanti. È necessario che la gente si avvicini e continui a sostenerci".

Le vecchie glorie danno una mano e i tifosi iniziano a crescere e occupare gli spalti del Comunale. "La Tharros è come la Sartiglia - afferma il tifoso Giuseppe Sanna - e abbiamo avuto il timore di vederla scomparire. Ora le cose sono diverse, c'è grande soddisfazione e il pubblico sta rispondendo bene perché Oristano ha fame di calcio. La Tharros è la squadra della città". Dello stesso parere Fabrizio Poddighe, altro grande tifoso: "La prima volta che ho visto la Tharros avevo 7 anni. In questo momento società e squadra stanno facendo il massimo e siamo supercontenti. Per noi la Tharros è qualcosa di indescrivibile, cerchiamo di fare i tifosi e collaborare con la società. Ci stiamo riorganizzando come gruppo "Ultras" e vorremmo coinvolgere anche i più giovani. Sta rinascendo qualcosa di importante". Michele Masala
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