Usinese, Gianni Piredda lascia il calcio: domenica, dopo la sfida con la Lanteri, terzo tempo con i tifosi
Il regista, 44 anni, sarà premiato dal club: «E’ arrivato il momento di smettere». Ha esordito in A con la Samp e giocato in Serie C1 con l’Atletico CataniaNella foto, Gianni Piredda in azione con la maglia dell'Usinese (foto Tellini)
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Gianni Piredda, 44 anni di Usini, lascia il calcio. Il regista dell'Usinese, campionato di Promozione, è stato uno dei più grandi talenti espressi dal calcio sardo in questi anni. Il momento dell'addio domenica prossima, nella gara contro la Lanteri Sassari, ultima partita di campionato.
Sarà premiato dalla società e dopo la partita, farà festa con i tifosi le vecchie glorie dell'Usinese. "È arrivato il momento di smettere - dichiara Gianni Piredda -. Quando spingevo al massimo in allenamento avevo troppi problemi muscolari. Per cui, seppur a malincuore, ho dovuto prendere questa decisione. Il calcio è stato la mia vita: tante gioie e qualche rimpianto. Certamente mi mancherà e domenica prossima penso che proverò una grande emozione".
Gianni Piredda ha cominciato nella Polisportiva Usinese, una società che a quei tempi faceva solo settore giovanile. Quindi il passaggio alla Torres, poi alla Sampdoria, dove pur da centrocampista nella Primavera, segnò valanghe di reti. Tanto da meritare, a soli 18 anni, nell'annata 1998-99, l'esordio in serie A col Bari. Compagni di squadra giocatori come Montella e Ortega. Allenatore della Sampdoria Luciano Spalletti, che lo fece esordire."Un grande tecnico, tosto, con un carattere particolare, che si faceva rispettare", precisa Gianni Piredda. Dopo la Sampdoria (3 presenze in serie A e 20 panchine) l'Atletico Catania, in C1. Quindi Biellese, il ritorno alla Torres, Termoli, Pergocrema, Aosta, Brescello, Olbia ed altre.
Da sette stagioni Gianni Piredda gioca nell'Usinese, regalando ai tifosi e pubblico giocate sopraffine. Tecnico, ambidestro, classe innata e senso del gioco, Piredda appartiene a quei giocatori a cui il buon Dio ha dato nei piedi l'oro. Nella sua carriera è stato anche sfortunato. Altri giocatori, meno dotati dotati di lui, oggi giocano in Serie A.