Ha giocato in Serie A col Cagliari, uno dei giocatori sardi più amati del sodalizio rossoblù negli anni Ottanta, ha insegnato calcio a tanti ragazzi. Sandro Loi dopo aver raccontato parte del suo passato calcistico dichiara di aver chiuso ora col calcio. La carriera da calciatore di Sandrino Loi parte dal settore giovanile del Cagliari che riserva al difensore cagliaritano un esordio di fuoco in serie A: «Una partita non di certo banale. L’esordio fu contro la Juventus. Terminò uno a uno al Sant’Elia. Una grande emozione». Il tecnico Mario Tiddia ha un occhio di riguardo per i calciatori sardi e Loi assieme a Piras sono titolari inamovibili: «Oltre all’esordio contro la Juventus, ricordo come fosse oggi, la vittoria per 3 a 1 a San Siro contro l’Inter. Forse il successo che mi ha dato più soddisfazione».

Nel 1985, dopo cinque stagioni, Loi lascia Cagliari e si trasferisce in Toscana al Prato dove resta due anni. Dopodiché ritorna in Sardegna sponda Torres e proprio qui chiuderà la sua carriera da professionista del pallone. Senso della posizione, piedi buoni e rapidità erano queste le principali caratteristiche che Loi metteva in campo da calciatore e sono le stesse che insegna ai ragazzi che vogliono avvicinarsi al mondo del pallone. «Dal 1997 fino al 2022 sono stato un istruttore del settore giovanile del Cagliari, oltre ad insegnare la tecnica riuscivo a dare grandi motivazioni ai miei ragazzi. La più grande soddisfazione per un allenatore è vedere i propri ragazzi giocare stabilmente nei professionisti, almeno per me è cosi».

Nei dieci anni di calcio professionistico sono tanti i compagni di squadra che Loi ha ammirato e vuole omaggiare: «Uno su tutti Mario Brugnera. Ma non posso non citare il bomber Gigi Piras e il mister Mario Tiddia autentici campioni dentro e fuori dal campo». Loi non vede molte differenze tra il calcio di 40 anni fa e quello di oggi: «La vera differenza la fanno metodologie di allenamento, alimentazione, ricerca medica e tecnologia. Forse anche perché questo è oramai un calcio fatto sempre meno di poesia, cuore e passione e sempre più di tv, denaro ed effimero successo». Loi decide di fare un passo indietro: «Mi sono tolto tante soddisfazioni ma ora col calcio ho chiuso. Mio figlio vive a Bangkok e quindi faccio molto spesso la spola tra un continente e l’altro, pertanto per il calcio non ho più tempo».

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