È il 29 novembre 2009, a San Siro si gioca Inter Fiorentina.

Con i neroazzurri avanti 1-0, Eto'o fallisce il raddoppio a tu per tu col portiere. Massimiliano Olivi, tifoso dell'Inter, arrampicatosi sul parapetto del secondo anello, frana da 12 metri d'altezza addosso a Riccardo Avesani, che si trova allo stadio con il figlio.

E ora Avesani, la cui vita da quel giorno è cambiata completamente, chiede un risarcimento danni di 382mila euro all'Inter.

A riportare la vicenda è il Corriere della Sera.

A causa dell'incidente infatti l'uomo ha riportato la frattura della schiena. Non può più guidare e ha dovuto cambiare lavoro, da dirigente d'azienda a insegnante: guadagna un quarto rispetto a prima.

Il processo penale nei confronti di Olivi per lesioni colpose si è chiuso nel 2015 con la condanna dell'uomo a 900 euro di multa e a una provvisionale di 50mila euro nei confronti di Avesani. Archiviata invece la posizione del responsabile della sicurezza dell'Inter, il parapetto era a norma ed era stato Olivi a violare tutte le regole di prudenza e diligenza.

Ma ora Avesani ha fatto causa civile. A Olivi, che non gli ha mai dato i 50mila euro, e all'Inter.

Chiede alla società neroazzurra la bellezza di 382mila euro: secondo il suo avvocato, le norme di costruzione risalivano al 1955 e la protezione non era adeguata alle normative di sicurezza successive, del 1992 e del 2006. Inoltre, sempre secondo il legale, l'Inter aveva il dovere di assicurare l'incolumità degli spettatori prendendo tutte le precauzioni necessarie per impedire che la protezione fosse scavalcata.

(Unioneonline/L)
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