L'eventuale rinvio di cinque partite della 26esima giornata di Serie A a causa dell'epidemia di coronavirus si sapeva avrebbe generato polemiche. E così è stato.

Ad essere più arrabbiati di tutti sono i tifosi dell'Inter poiché - tra i match posticipati - c'è anche Juventus-Inter. Una sfida considerata decisiva per la volata Scudetto.

Lo slittamento ha fatto letteralmente infuriare i supporter nerazzurri che sul web hanno lanciato gli hashtag #Campionatofalsato e #Fermiamoquestapagliacciata, diventati trending topic.

Il perché è presto detto. Inter-Juve - così come Sassuolo-Brescia, Udinese-Fiorentina, Milan-Genoa e Parma-Spal - verrà recuperata il prossimo 13 maggio, con la differenza, però, che la squadra di Conte potrebbe essere impegnata anche in Europa League in quel periodo.

E, nell'ipotesi che Lukaku e compagni arrivino in fondo all'ex Coppa Uefa (ora devono giocare gli ottavi contro il Getafe) e anche in Coppa Italia

si troverebbero poi a disputare, in media, una gara ogni tre giorni: ben otto partite dal 3 al 27 maggio, oltre a non avere uno slot a disposizione per inserire la sfida contro la Sampdoria (rinviata alla 25esima, sempre per l'epidemia).

E mentre impazzano le polemiche in Rete, sulla questione si sono espressi anche i vertici dello sport italiano.

IL MINISTRO DELLO SPORT SPADAFORA: "La valutazione unanime dei piani alti del mondo sportivo e calcistico è stata quella di prediligere il rinvio piuttosto che giocare negli stadi vuoti, tenendo conto anche delle ripercussioni a livello di immagine sul nostro Paese e delle difficoltà nella programmazione di turni supplementari in un calendario mai come quest'anno denso di appuntamenti nazionali e internazionali. L'emergenza a seguito dei casi di coronavirus in Italia ha costretto il Governo e le altre Autorita a prendere decisioni impopolari, ma necessarie".

GRAVINA (PRESIDENTE FIGC) - Sulla stessa lunghezza d'onda il numero uno della Federazione Italiana Gioco Calcio: "Grazie al confronto col ministro Spadafora si sono gettate le basi per condividere una linea che ha come obiettivo primario contribuire ad uscire da questo momento delicato, nel massimo rispetto delle indicazioni della comunità scientifica-sanitaria. Il mondo del calcio è una parte importante del Paese e come tale sta dimostrando grande responsabilità, nella speranza che si possa presto tornare alla normalità anche attraverso la disputa di eventi a porte aperte. Il messaggio di gioia e speranza che il pallone può infondere nella comunità, anche internazionale, assume un valore ancora più importante ora".

MALAGÓ (PRESIDENTE CONI) - Idem Giovanni Malagò. "Se tra cinque, sette, dieci giorni la cosa si andrà risolvendo allora si potrà cominciare a programmare un nuovo inizio. In Giappone, ad esempio, il premier ha invitato a rinviare tutti gli eventi non indifferibili, di sport e altro, per 15 giorni. Mi sembra una proposta condivisibile. Certo se poi le cose dovessero prolungarsi il problema si farebbe serio".

MAROTTA (AD INTER) - A parlare in casa nerazzurra è l'amministratore delegato Beppe Marotta: ''Se dovesse essere ufficializzata dal Governo la proroga del decreto, il criterio adottato per questa giornata che ha visto rinviare le partite che si sarebbero dovute disputare a porte chiuse deve essere adottato anche sulle decisioni che eventualmente riguarderanno la prossima giornata di campionato al fine di salvaguardare l'equilibrio, la competitività e la regolarità della manifestazione. In questa situazione di emergenza la priorità assoluta è la tutela della salute di tutti i cittadini".

(Unioneonline/M)
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