A 343 giorni dalla promozione di Bari il Cagliari si regala un'altra giornata memorabile. E il protagonista è sempre Claudio Ranieri, artefice di questa salvezza in un incredibile anniversario con quella di trentatré anni fa a Bologna: «L'altra volta era proprio il 19 maggio, del 1991, e vincemmo 1-2 in Emilia», ricorda.

La domanda principale per lui è però quella sulla permanenza: «Ho un altro anno di contratto. Lasciatemi tranquillo, sono tre mesi che me lo chiedete». Poi aggiunge: «Cagliari è casa mia. Adesso godiamoci questa salvezza, avevo detto all'inizio che avremmo lottato fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata: sono contento che potremo festeggiare davanti ai nostri tifosi. Nel meeting prima della partita avevo detto che, l'anno scorso a Bari, mi aveva chiamato Gigi Riva dicendomi che c'era tutta un'isola dietro: oggi ho ripetuto quelle parole». 

Il momento di svolta

Due mesi e mezzo fa Ranieri si era dimesso, dopo Cagliari-Lazio 1-3, coi giocatori che si erano ribellati. È il momento che ritiene decisivo per cambiare il clima e portare la squadra alla salvezza: «Credo che il fuoco si sia acceso. Avevo detto che i ragazzi avevano bisogno di un elettroshock, perché si allenavano benissimo ma in partita non li vedevo così convinti: per questo avevo detto che sarei andato via, perché erano convinti di salvarsi con me ma non li vedevo sul pezzo. Di solito succede che una squadra rimane a testa bassa e in silenzio, invece mi hanno detto che dovevamo continuare tutti assieme. E hanno dato tutto». Con gli stessi giocatori, in testa Deiola e Nández, che l'hanno portato in trionfo sotto il settore ospiti. «Nella mia carriera ho sempre seguito il cuore, l'entusiasmo è sempre la mia molla».

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