L'umiltà, il duro lavoro, il talento, il destino gli hanno fatto realizzare un sogno, regalandogli un giornata da protagonista a San Siro, alla Scala del Calcio.

Musa Duwara a 18 anni ha segnato il gol del pari in casa dell'Inter di Conte, poi un altro Musa, che di cognome fa Barrow, ha siglato la rete da tre punti che ha messo ko i neroazzurri.

Duwara deve ancora compiere 15 nel 2016, quando parte dal Gambia - solo, senza familiari - per lasciarsi alla spalle la dittatura e cercare fortuna in Europa. Come fanno migliaia di persone ogni anno. Il viaggio sul barcone, per lui che non sa nuotare, è un vero e proprio terno al lotto.

Barca in avaria, viene salvato assieme ad altri 535 migranti dalla nave della ong tedesca Fgs Frankfurt. Il 10 giugno 2016 sbarca in Italia, sulle coste di Messina. Viene trasferito in un centro d'accoglienza in provincia di Potenza, dove fa qualche lavoretto e inizia a tirare calci al pallone, la sua vera ambizione.

Il talento non gli manca, ma c'è bisogno di Vitantonio Suma, allenatore della Virtus Avigliano, per metterlo a frutto. Nota le sue doti, lo inserisce in squadra e lui con 29 gol trascina la squadra verso la vittoria del titolo Allievi regionali. Suma fa un passo ulteriore, decide di accoglierlo nella propria famiglia. Lui e la moglie diventano i suoi tutori legali e gli consentono di frequentare anche la scuola.

(Foto Instagram)
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Duwara è così bravo che in un'amichevole attrae le attenzioni del Chievo, e a pochi mesi dall'arrivo in Italia è già pronto al grande salto. I clivensi lo tesserano nel gennaio 2018 e lui non soffre il salto di categoria. Esterno offensivo dalle grandi doti, in Primavera fa 8 gol e un assist in 15 presenze. Con il prestito al Torino si mette in mostra anche al Torneo di Viareggio (tre gol in tre partite) e il 25 maggio 2019 debutta in A in Chievo-Frosinone.

I clivensi retrocedono, e Walter Sabatini lo porta a Bologna. In Primavera si fa subito notare con 13 gol e sei assist, e Mihajlovic lo porta in prima squadra. Da ottobre inizia a convocarlo stabilmente, a dicembre l'esordio in Coppa Italia. Lui sfreccia sul monopattino, mentre i compagni arrivano all'allenamento con le auto di lusso.

Raccoglie qualche minuto tra Roma, Genoa, Udinese e Juve. Poi la consacrazione alla Scala del Calcio. Entra a 25' dal termine contro l'Inter, batte Handanovic di sinistro e diventa il primo calciatore felsineo nato dopo il 2000 a segnare in A.

"Believe in yourself", recita la sua biografia sui social. Lui ci ha creduto, e ne è valsa la pena. Per il Guardian è uno dei più talentuosi della sua generazione.

Parla a fatica a fine match, con la voce rotta dall'emozione: "E' un sogno, ringrazio i compagni e soprattutto Mihajlovic. Non mi aspettavo di entrare in campo in questa situazione, sono giovane, era tutt'altro che scontato".

"Un giorno da ricordare", scrive su Instagram.

(Unioneonline/L)
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