L'ultimo giocatore del Cagliari a segno la passata stagione, sotto sotto spera di essere il primo in questa appena cominciata.

Anche se nella vita fa tutt'altro e certi suoi interventi difensivi sono preziosi quanto i gol degli attaccanti.

Dal Milan al Milan, quasi un assist del destino per Fabio Pisacane, che morde il freno, sgomita e sogna a occhi aperti il bis.

Subito in palla sabato all'Allianz Stadium, contro la Juventus è stato uno dei rossoblù più costanti e concreti.

E ora l'odore del Diavolo è forte, fortissimo.

Fu proprio lui, infatti, a firmare il 2-1 ai rossoneri all'ultimo respiro dell'ultima partita nell'ultimo campionato giocato al Sant'Elia, tre mesi fa. La sua unica (sinora) rete in Serie A.

PUNTO FERMO DI RASTELLI - Dei quattro là dietro è il vero punto di riferimento dell'allenatore Rastelli, che se l'è portato dietro da Avellino (sfidando lo scetticismo iniziale dell'ambiente) e pur di averlo in campo lo ha schierato spesso fuori ruolo, inizialmente a destra, persino a sinistra all'occorrenza.

Lui si è arrangiato, talvolta ha arrancato. Ma nel cuore della retroguardia, in effetti, è tutta un'altra storia.

Il difensore napoletano fa addirittura la differenza, sopperendo alle carenze fisiche (è alto 1,78 centimetri) con la disciplina tattica, la reattività, l'esplosività, la concentrazione, la grinta e una fame insaziabile di calcio.

WORK IN PROGRESS - Con Bruno Alves rappresentava il giusto compromesso. I due si completavano (e coprivamo le spalle a vicenda).

Con Andreolli il feeling è appena sbocciato, ma le prime indicazioni - tra l'esordio in campionato e quello precedente in Coppa Italia, sempre a Torino contro il Palermo - sembrano rassicurare lo staff tecnico rossoblù che li riproporrà in coppia anche domenica sera a San Siro.

LA NUOVA SFIDA - Spesso, finito l'allenamento, si trattengono entrambi un'ora in più nel centro sportivo di Assemini, a lezione da Legrottaglie, il braccio destro di Rastelli che si occupa prevalentemente della fase difensiva. Pisacane, indubbiamente, è più avanti rispetto al compagno.

Perché conosce a memoria gli schemi, ha già trovato una condizione atletica più che accettabile e, soprattutto, non ha mai fatto lunghe pause per infortuni o legate a scelte tecniche.

Gioca con continuità da sei stagioni ormai, tra Ternana, Avellino e ora il Cagliari, col quale ha raggiunto il record di longevità essendo questo il suo terzo anno in rossoblù, il secondo nel calcio che conta. Dove a trent'anni e passa ha dimostrato di poterci stare, eccome.

"Se ci sono arrivato io, ci può arrivare chiunque", ama dire con l'umiltà e la rabbia del combattente, riferendosi anche alla malattia che sembrava averlo messo con le spalle al muro quando lui era poco più di un ragazzino e la Serie A un sogno irraggiungibile.

IL DIAVOLO NEL MIRINO - Anche per questo le luci di San Siro avranno comunque un riflesso speciale, domenica. Una continua rivincita. Ma la sfida è appena ricominciata e Pisacane contro il Milan non si accontenta dei riflettori, vuole giocarsela e cercare di lasciare il "Meazza" indenne.

Per dare una prima scossa alla classifica, riscattare il ko con la Juventus e preparare con più serenità, entusiasmo e autostima l'esordio alla "Sardegna Arena", subito dopo la sosta per la Nazionale, il 10 settembre.

Il Milan è forse l'avversario peggiore possibile in questo momento, figurarsi davanti ai propri tifosi. Ma proprio le situazioni più complicate esaltano Pisacane. In fondo già sa come si fa.

E, soprattutto, che sapore ha.

Fabiano Gaggini

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