Falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato.

Sono le accuse che la Procura di Torino rivolge a 16 indagati tra Consiglio di Amministrazione, dirigenti "con responsabilità strategiche" e revisori della Juventus, dopo la chiusura indagini sulle plusvalenze.

Ci sono anche i nomi del presidente, Andrea Agnelli, e del vicepresidente, Pavel Nedved.

Per alcuni degli indagati la Procura subalpina aveva chiesto l'applicazione di misure cautelari ma il giudice per le indagini preliminari ha detto no non ravvisandone l'esigenza. Secondo gli inquirenti, la società bianconera avrebbe alterato i bilanci di tre anni: quelli approvati il 24 ottobre 2019, il 15 ottobre 2020 e il 29 ottobre 2021, attraverso gli scambi tra giocatori e la manovra stipendi nel periodo pandemico.

"Le operazioni di scambio, che non generano flussi finanziari di sorta - spiegano dalla Procura -, risultano concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie". Per l'accusa "le plusvalenze da queste generate, sono state rivisitate".

Le manovre avrebbero portato a numeri differenti tra i bilanci presentati e quelli reali. Nel bilancio 2018 minor perdita di esercizio, pari a 39 milioni e 896 mila euro anziché 84 mln e 506 mila; nel bilancio 2019 perdita a 89 mln e 682 mila euro anziché a 236 mln e 732 mila euro; nel bilancio 2020 la perdita è risultata di 209 mln e 514 mila, anziché 222 mln e 477 mila. Ad alcuni degli indagati è stato contestato il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini hanno avuto inizio nel corso dell'estate 2021.

(Unioneonline/D)

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