Dopo Parma, Davide Nicola si ripete anche in Juventus-Cagliari: arriva un punto che vale tantissimo, per il pareggio all’88’ dopo una partita in cui i rossoblù se la sono giocata fino all’ultimo. «Metto alla pari tutti i miei giocatori: sono stati bravi tutti, anche chi è subentrato», i complimenti dell’allenatore all’intera squadra. 

«Dal punto di vista della partita siamo riusciti a prendere punti con tre spartiti diversi: oggi è stata una situazione dove, con la Juventus che ha una cifra tecnica importante, all’inizio volevamo utilizzare un possesso palla intelligente che progredisse in verticalizzazioni per arrivare in area». Nicola spiega le scelte tattiche a gara in corso: «Abbiamo modificato tra primo e secondo tempo una scalata che non mi piaceva troppo, sul movimento di Cambiaso, perché ci costringeva ad andare a uomo. Così abbiamo tenuto più equilibrio e nel secondo tempo la squadra si è espressa bene».

A un passo. Nicola deve portarsi via anche una recriminazione, per il palo di Obert: «Sarebbe stato eccezionale segnare in quel frangente lì, perché il tempo scadeva». Sul rigore invece non è affatto convinto: «Non giudico mai l’operato. Ma dal punto di vista tecnico a me non convince mai la scelta di dare un rigore del genere: se vado a contendere Gatti o Vlahovic in un duello aereo è ovvio che utilizzo le mani per darmi uno slancio. Ma se ricevo un intervento sulle spalle, facendomi cadere all’indietro, non posso dimenticarmi che ho due mani al collo. Su questo non sono d’accordo e credo che molti colleghi siano di questo avviso, poi si accetta sempre la decisione dell’arbitro. Non è fallo di Gatti sullo stacco del giocatore, ma non puoi nemmeno dare rigore: è impossibile, cadendo, dare rigore se io subisco nel duello aereo un contatto fisico da tergo che mi fa cadere all’indietro».

In chiusura, Nicola valuta cosa lascia questo pareggio: «Ci permette di salire da cinque a sei punti, avvicinando l’obiettivo nostro che è la salvezza. Farne significa comunque progredire, nell’ambiente Cagliari dobbiamo essere contenti e valutarlo un microepisodio, perché non è una partita che fa l’obiettivo ma l’insieme di più partite. Dobbiamo coltivare l’entusiasmo nel giocare un certo tipo di gioco».

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