Fino a questo pomeriggio Leonardo Pavoletti non era mai riuscito a iniziare e finire la partita in campo con Claudio Ranieri allenatore. L'ha fatto nel 2-1 sul Palermo, dove non ha segnato ma si è sentito al meglio: «Non me l'aspettavo nemmeno io di giocare, l'ho saputo ieri sera», ha rivelato spiegando quando Prelec ha alzato bandiera bianca. «Ho avuto quest'infortunio subdolo: è stata difficile, quando mi sono rotto il crociato sapevo quali erano le tempistiche, mentre con questo poteva essere un giorno o una settimana e invece sono stati quattro mesi. Non è stato facile, sono stato fortunato che la squadra sta a duemila e mi ha aiutato a sopperire la mancanza. A fine primo tempo con la Ternana avevo detto di aver sentito fastidio, per me era diventato difficile finire una partita».

Il trio. Pavoletti con Lapadula e Mancosu: praticamente un inedito nella stagione del Cagliari. Il capitano vuole diventi un'abitudine: «Con Lapadula ci siamo sempre voluti bene, anche quando c'era la staffetta con Liverani c'era voglia di giocare sempre. Abbiamo giocato poco assieme per colpa mia, dobbiamo giocare con questo feeling. Ma oggi era la prima volta anche con Mancosu: si era tre sconosciuti in campo, dobbiamo conoscerci velocemente. Ti alleni, ma in campo sono altre dinamiche. Poi il bomber ora è lui, quindi ho pensato di dover fare io il lavoro sporco».

Voglia di riscatto. I tanti stop per infortunio hanno condizionato la stagione di Pavoletti, che però ha tanta carica: «Ero rimasto per spaccare il mondo e riportare il Cagliari in Serie A, stare fermo tre mesi a guardare giocare gli altri non è stato un periodo piacevole. Ranieri lo ringrazio perché ha sempre avuto una parola giusta per me, non vedo l'ora di farlo felice. C'è un entusiasmo incredibile, in tanti ci sentiamo sardi e c'è fiducia per i playoff, dove ci vuole un po' di pazzia e di fortuna: alcuni fattori li scopriremo in campo e dovremo essere pronti».

Momento giusto. Per Pavoletti il rientro oggi è avvenuto quando serviva: «Il bello di questa squadra è che ognuno ha portato punti per la classifica, è un Cagliari sicuro dei propri mezzi. Quando Ranieri butta qualcuno in campo fa sempre bene, anche se non gioca da due mesi: ha un occhio per capire chi è pronto. Forse anche a Perugia ha pensato che una settimana in più di recupero mi facesse bene». Finisse oggi il campionato ai playoff sarebbe Cagliari-Venezia, un anno dopo la retrocessione: «Spero di non giocarci, perché è sempre una partita che evoca ricordi brutti. Ci sono due amici come Carboni e Ceppitelli, dovessero essere loro avranno motivazioni ma noi di più».

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