A campionati e coppe fermi per l'emergenza internazionale Coronavirus, nel mondo del calcio tiene banco il tema del possibile taglio agli stipendi dei calciatori professionisti. Tutti i maggiori campionati, dalla Serie A alla Premier League passando per Ligue 1, Bundesliga e Ligue 1, hanno sospeso le attività a data da destinarsi ed era nell'aria l'ipotesi che le società chiedessero prima o poi un sacrificio anche ai tesserati. Della serie: anche ad altissimi livelli, se non si lavora non si guadagna o quantomeno si accetta un ridimensionamento dei compensi.

Alla Juventus, ad esempio, l’hanno pensata così. L’invito è partito da capitan Chiellini che ha contattato uno per uno tutti i componenti della rosa campione d’Italia chiedendo uno sforzo. Nessun tentennamento e, in sintonia con la società, Cristiano Ronaldo e co. hanno ridotto il loro stipendio permettendo al club di risparmiare circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019-2020. Solo il cinque volte Pallone d’Oro ne percepisce 40 all’anno, adesso il suo compenso scenderà intorno ai 25/30 milioni. In questo senso sono state emblematiche le parole di Douglas Costa, esterno bianconero ora in Brasile per trascorrere la quarantena: "La Juventus non ha colpe ed è giusto che anche noi facciamo un passo indietro rispetto a quello che sta succedendo nel mondo. Non potevamo stare a guardare".

All’Inter, invece, ancora tentennano, ma si vocifera di un taglio consistente soprattutto per i big Lukaku ed Eriksen che permetterebbe ai nerazzurri di risparmiare parecchio. Il centravanti belga percepisce 7,5 milioni di euro a stagione e potrebbe rinunciare a circa due milioni. Idem per il danese che prende la stessa identica cifra.

E il Cagliari? Anche i sardi si starebbero muovendo in questo senso e potrebbero tagliare i pagamenti del 25/30% sospendendo le buste paga di aprile, maggio e giugno. Molto dipenderà, comunque, dai tempi di ripresa del calcio giocato: la ripartenza della Serie A è prevista per inizio maggio, ma la data è ancora tutta da confermare.

In Europa la situazione è abbastanza delineata. E la strada è, anche in questo caso, quella della riduzione dei compensi: Marsiglia, Psg e Lione vorrebbero attuare una sforbiciata del 50% fino a raggiungere il 70% qualora il torneo dovesse essere sospeso definitivamente. Il Borussia Dortmund in Germania pensa ad una riduzione del 30%, mentre è notizia di queste ore il via libera dei giocatori del Bayern Monaco riguardo il taglio dei compensi del 20%.

In Spagna via libera dei calciatori di Atletico Madrid ed Espanyol (la società ha spiegato chiaramente loro che senza un sacrificio il club sarebbe fallito), ma fa rumore il braccio di ferro di scena a Barcellona. Messi (che guadagna oltre 50 milioni di euro l'anno senza considerare i vari sponsor pubblicitari), Piqué e Suarez hanno fatto sapere ai vertici blaugrana di non aver alcuna intenzione di ridursi lo stipendio. Il club però si è imposto e attuerà dal 1 aprile un taglio del 30%.

In Inghilterra giocatori e dirigenti della Premier si siederanno ad un tavolo il 3 aprile per prendere una decisione che valga per tutti. Si discuterà della riduzione degli stipendi del 50%.

Da segnalare anche la fermezza di alcuni club minori, come la Dinamo Zagabria in Croazia, che hanno licenziato in tronco diversi calciatori. Non erano disposti a decurtarsi lo stipendio e sono stati allontanati. D’altronde non tutti hanno le disponibilità economiche delle big motivo per cui i problemi maggiori si registreranno in Serie B, C e nel calcio dilettantistico. Lì c’è chi guadagna molto meno e mantenere stipendi e spese a pieno regime nonostante lo stop forzato rischia di mandare in crisi - se non in bancarotta - numerose società.

(Unioneonline/M)
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