Inizio luglio 1988. Il Cagliari è in serie C1, reduce da una stagione disastrosa. A chiuderla in panchina, sostituendo il disastroso Robotti, fu "Cincinnato" Mario Tiddia, l'uomo che otto stagioni prima aveva saputo guidare i rossoblu al 6° posto in serie A.

La società del presidente Tonino Orrù si trova senza soldi, con un parco giocatori insufficiente, senza stadio (il Sant'Elia è chiuso causa lavori per Italia '90 e l'Amsicora non dispone delle autorizzazioni di sicurezza) e senza allenatore.

Il direttore sportivo Carmine Longo pensa di chiamare in panchina Franco Vannini, ex giocatore del Perugia, reduce da una buona stagione col Monopoli. Ma il mister toscano prima traccheggia e poi rifiuta, preferendo la Fidelis Andria, ritenendo la rosa del Cagliari inadeguata.

Allora ai dirigenti (Ninnino Orrù in testa) torna in mente quel gentleman che l'anno precedente allenava il Campania Puteolana, squadra di Pozzuoli, retrocessa dopo il fallimento avvenuto a stagione in corso. Si tratta del 37enne Claudio Ranieri, ex colonna difensiva di Catania e Catanzaro, che accetta senza nemmeno pensarci su.

Arriva a Cagliari nello stesso giorno in cui la Covisoc annuncia la decisione - poi rientrata dopo un paio di settimane - di non accettare l'iscrizione della squadra al campionato, per irregolarità fiscali e amministrative. Longo prende tre giovani dalla Roma (Cappioli, Pacioni e Provitali), il vecchio libero Giovannelli, il mediano di rottura De Paola, il giovane Piovani e conferma Coppola, Bernardini, Ielpo, Valentini e Davin.

Ranieri parla di zona mista, compattezza difensiva, voglia di vincere tutte le partite e saldezza del gruppo. L'ambiente (giornalisti e pubblico su tutti) lo accolgono con scetticismo sin dal ritiro di Roccaporena. Le amichevoli in Umbria, con i dilettanti di Spello e Gubbio, non caricano certo l'ambiente. Si consuma poi una telenovela estiva sul bomber Cantarutti, in uscita dall'Atalanta, con cui ha segnato anche alcuni gol in Coppa delle coppe. Il giocatore friulano arriva in ritiro, si allena per quasi mese ma non viene mai tesserato, perché alla fine Cagliari e Atalanta litigano per 135 milioni. "Pazienza, continuiamo con i giovani", dice Ranieri, preparandosi all'esordio della Coppa Italia di serie C. Prime partite: 0-0 con la Torres e 1-1 col Tempio. Poco gioco, molto agonismo.

Arriva anche l'esordio in campionato: 1-1 a Monopoli, prima di una vittoria casalinga e due sconfitte esterne di misura con Giarre e Campobasso.

Il pubblico mugugna e i giornalisti pure. Ma pian piano quell'amalgama di ragazzi cresce e rimonta posizione su posizione. Nasce in quei giorni la carriera di grande allenatore di Claudio Ranieri da Testaccio, due promozioni consecutive dalla C alla A col suo Cagliari, prima di una salvezza nella massima serie, che ha del miracoloso.

E Vannini, quello che rifiutò il suo posto? Ha smesso di allenare nel 1998, a 51 anni, dopo non aver mai lasciato la serie C
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