La forza dei nervi distesi stavolta non è bastata. Contro un'Inter affamata di punti europei, il Cagliari ormai a un passo dalla salvezza subisce una severa lezione: 1-5, per pareggiare la vittoria dell'andata. Ma i rimpianti ci sono, perché stavolta i rossoblù hanno sbagliato troppo. E contro una squadra della qualità e della potenza fisica dell'Inter non è permesso.

Bruno Alves tra Ansaldi e Gagliardini (foto Solinas)
Bruno Alves tra Ansaldi e Gagliardini (foto Solinas)
Bruno Alves tra Ansaldi e Gagliardini (foto Solinas)

La lista degli errori si può forse far iniziare dal modulo, con l'inedita difesa a tre (Pisacane - Alves - Capuano), supportata dai due esterni futili come Isla e Padoin. Joao Pedro, che avrebbe il compito di accendere Borriello, si mangia un gol fatto (salvataggio sulla linea) e per non essere da meno Gabriel regala un quasi gol ai nerazzurri alla mezz'ora. Pochi minuti e l'Inter passa con un affondo di Perisic. Prima che il Cagliari possa riprendersi, Pisacane respinge forse con un braccio e Banega dal limite castiga il portiere in prestito dal Milan.

Lo stadio Sant'Elia oggi (foto Max Solinas)
Lo stadio Sant'Elia oggi (foto Max Solinas)
Lo stadio Sant'Elia oggi (foto Max Solinas)

Eppure il Cagliari è bravo a non cedere. Di Gennaro coglie il palo su punizione, poi Borriello inventa un gran gol di testa che riaccende le speranze. A spegnerle, dopo un minuto della ripresa è ancora Perisic. Da quel momento la partita è chiusa e le reti di Icardi su evitabilissimo rigore e Gagliardini dalla distanza servono soltanto a evidenziare anche in termini numerici la giornata storta del Cagliari.

A renderla ancora più triste, i cori contro Ibarbo e la sgradevole sensazione di resa della squadra nel finale. Il Cagliari delle goleade, che si credeva ormai un ricordo, è riapparso in un pomeriggio di primavera. Speriamo sia l'ultima volta.

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