Divieto di trasferta a Empoli per i tifosi sardi, il Cagliari presenta ricorso d’urgenza al Tar
È la decima volta, su 16 partite fuori casa, che i sostenitori dall’Isola ricevono restrizioni pur senza precedenti particolariPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La decisione di ieri sera, da parte della Prefettura di Firenze, di vietare ai tifosi sardi la trasferta per Empoli-Cagliari di domenica non ha – a oggi – motivazioni. E la società rossoblù va al contrattacco: ha presentato questo pomeriggio un ricorso d'urgenza al Tar della Toscana, contro il provvedimento del Prefetto di Firenze, facendo tutto il possibile per tutelare i suoi tifosi: la risposta dovrebbe arrivare entro il pomeriggio di venerdì. Il ricorso è stato presentato dall'avvocata Matilde Mura, incaricata dalla società rossoblù.
L’unica motivazione è generica: questioni di ordine pubblico. Che però cozzano con la realtà dei fatti, visto che non esistono problemi con la tifoseria toscana e che, durante tutta la stagione, non si sono registrati comportamenti scorretti da parte dei sostenitori rossoblù nelle 15 trasferte già effettuate (14 di Serie A e quella di Coppa Italia con la Juventus). Una scelta che ha portato al malcontento generale in Sardegna, con una dura presa di posizione da parte della società rossoblù (prima di procedere col ricorso) e un commento altrettanto deciso del presidente Tommaso Giulini.
Eppure, nonostante la quasi totale assenza di problemi di ordine pubblico, per la decima volta su 16 partite lontano dall’Isola il Cagliari deve fare i conti con delle limitazioni: stavolta molto più stringenti, perché a Empoli non potranno entrare tutti i residenti in Sardegna. Anche se in possesso della Fidelity Card “Passione rossoblù”, che (solo in linea teorica) dovrebbe essere un’agevolazione.
In ben 9 trasferte, sulle 15 già disputate, c'erano state delle limitazioni per il Cagliari. Nel dettaglio, e in ordine cronologico, contro Juventus, Genoa, Fiorentina, Juventus in Coppa Italia, Venezia, Torino, Atalanta, Bologna e Roma. In tutti questi casi, le autorità avevano stabilito l'obbligo, per i tifosi residenti in Sardegna, di acquisto dei biglietti nel settore ospiti solo se in possesso di fidelity card. Col divieto di trasferta per chi ne era sprovvisto. Le uniche partite esterne senza restrizioni sono state Lecce (31 agosto), Parma (30 settembre), Udinese (25 ottobre), Lazio (4 novembre), Monza (5 gennaio) e da ultimo Milan (11 gennaio). Partita, quest'ultima, dove peraltro i sardi erano stati insultati dai tifosi milanisti, senza però che si andasse oltre una multa per la società rossonera.
La lunghissima serie di limitazioni appena elencate non ha particolari spiegazioni nemmeno guardando tutte le sanzioni ricevute dal Cagliari per il comportamento dei propri tifosi. Sono appena tre, tutte in casa. La prima è la "famosa" partita col Napoli del 15 settembre, quando - a seguito del lancio di fumogeni dal settore ospiti alla Curva Sud - era arrivata la reazione del pubblico inclusa la Curva Nord, con la partita sospesa per circa sette minuti. Nella circostanza, multa di 30.000 euro e diffida per entrambe le società. Quindi il 14 dicembre con l'Atalanta, ammenda di 3.000 euro per il lancio in campo di due petardi dagli spalti. Infine il 3 febbraio con la Lazio, perché al 64' erano stati lanciati un accendino e un bicchiere di plastica.
Di problemi in trasferta il Cagliari non ne ha mai avuti in stagione. Anzi: in diverse occasioni si era assistito a un esodo festoso, vedi col Monza dove erano presenti anche i ragazzi di una società di Cagliari che avevano fatto un torneo in Lombardia. E le spiegazioni, anche sentendo direttamente le autorità che hanno preso questa decisione, si fermano a motivi generici e a segnalazioni ricevute, senza però entrare nel merito di cosa effettivamente abbia fatto scattare l'allarme per una partita che non sembra presentare alcun pericolo per l'ordine pubblico. E l’ipotesi che il tutto nasca dagli scontri nella scorsa stagione in occasione di Fiorentina-Cagliari non regge: a dicembre la trasferta al Franchi, seppur con limitazioni e un settore ospiti a capienza ridotto per lavori, era stata concessa.
Lo stadio Carlo Castellani di Empoli ha una capienza di 16.800 posti, ma i 3.100 del settore ospiti rimarranno privi dei tifosi sardi (che non potranno comprare i biglietti nemmeno in altre parti dell’impianto). Un anno fa, il 3 marzo 2024, erano invece in migliaia nella vittoria per 0-1 decisiva per la salvezza, ovviamente senza problemi. Un divieto che va a intaccare chi, oltretutto, si era già organizzato dall’Isola per muoversi via nave o aereo (potranno chiedere il risarcimento dei danni derivanti dai costi già sostenuti per acquistare biglietti di trasporto). E, da possibile mobilitazione di massa per sostenere la squadra di Davide Nicola in un delicatissimo scontro salvezza, si passerà a uno stadio tutto “di casa”, senza permettere il regolare accesso degli ospiti. Senza che, per ora, qualcuno tra chi ha preso questa decisione abbia spiegato il perché.