Negli spogliatoi, in campo o in una camera d'albergo, come successo a Davide Astori.

Quella che ha coinvolto il difensore della Fiorentina è solo l'ultima di una serie di tragedie che ha sconvolto il mondo del calcio. Di atleti giovani, ben allenati, sempre controllati e in ottima salute che muoiono improvvisamente.

L'ultimo episodio che ha sconvolto il calcio italiano è accaduto il 14 aprile 2012 allo stadio Adriatico di Pescara, quando al 31' della ripresa Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, si è accasciato. I medici in campo a prestare i primi soccorsi, la corsa all'ospedale Santo Spirito, tutto inutile. Il cuore del 25enne aveva smesso di battere.

Poche settimana prima era morto, sempre per un arresto cardiaco, Franco Mancini, storico portiere del Foggia e preparatore dei portieri del Pescara di Zeman.

Nel 2011 stessa sorte per il calciatore giapponese della Matsumoto Yamaga, Naomi Matsuda: malore in allenamento per arresto cardiopolmonare, poi un'agonia di due giorni in ospedale prima della morte. Aveva 34 anni ed era un pilastro della Nazionale giapponese.

E poi Daniel Jarque, stroncato a 26 anni da un attacco cardiaco mentre parlava al telefono: era il 2009 e il calciatore si trovava a Coverciano, dove i suoi si stavano allenando in vista di alcune amichevoli in programma in Italia.

E ora ci spostiamo in Scozia, dove nel 2007 è crollato a terra Phil O'Donnell (35 anni), del Motherwell: stava per essere sostituito, ma non ha fatto in tempo a raggiungere il compagno a bordocampo per dargli il cambio.

Quattro mesi prima la tragedia del difensore del Siviglia Antonio Puerta: si è sentito male il 25 agosto durante la partita contro il Getafe, è morto tre giorni dopo. Nello stesso anno stessa sorte per un 28enne attaccante degli israeliani dell'Hapoel Beersheva, morto in allenamento.

E ancora, nel 2005 toccava al francese David Di Tomaso: il suo cuore ha ceduto in campo durante una partita del campionato olandese, militava nell'Utrecht.

Prima di lui, nel 2004, sempre per arresto cardiaco in campo sono morti il brasiliano Paulo Sergio de Oliveira Silva (30 anni) e l'ungherese del Benfica Miklos Feher. Nel giugno 2003 è toccato a Mark Vivien Foe, camerunense del Manchester City, stroncato da un infarto a 28 anni durante il match di Confederations Cup tra Camerun e Colombia.

E più si torna indietro più l'elenco si allunga: nel '90 è morto Vagner Bacharel per aver battuto violentemente con la colonna cervicale per terra durante una partita del campionato brasiliano.

Nel 1987 toccava ad Andrea Ceccotti della Pro Patria. Dieci anni prima moriva invece a Perugia Renato Curi, colpito da un infarto a 25 anni nel corso del match di campionato contro la Juve.

E nel 1969 era la volta del centravanti della Roma Giuliano Taccola. È morto il 16 marzo negli spogliatoi poco prima di una gara contro il Cagliari.

Una lunga scia, che si conclude oggi con la tragica morte di Davide Astori.

Ma c'è anche qualcuno che ce l'ha fatta. Lionello Manfredonia ha accusato un infarto durante un Bologna Roma del 30 dicembre 1989, ma se l'è cavata. Come Fabrice Muamba, calciatore del Bolton che si è accasciato a terra durante il quarto di finale di FA Cup contro il Tottenham: il suo cuore si è fermato per 78 minuti, ma è tornato a una vita normale.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata