L'intreccio tra Roma e Torino racconta bene la carriera di Ciccio Graziani. Su quell'asse passano gol, rimpianti, gioie, trofei, ma anche un posticino nella classifica storica dei marcatori granata. Il neo giallorosso Andrea Belotti - dopo averlo superato per gol in Serie A col Toro - non potrà infatti intaccare il primato assoluto di reti granata in competizioni Uefa del bomber di Subiaco. Graziani di gol europei con la maglia del Torino ne ha segnati 8, più di tutti, anche di Pulici e appunto Belotti, fermo a 6 nei preliminari. Quello più memorabile rimane il sigillo del 2-1 allo scadere contro il Malmoe, prima del confronto con il Moenchengladbach nella bolgia di Dusseldorf che lo vede addirittura chiudere la partita nel ruolo di portiere con tanto di clean sheet. Storie mitiche di un campione d'Italia in granata che venerdì compie 70 anni ma che ne ha dovuti aspettare 37 prima di cedere lo scettro di ultimo capocannoniere in Serie A del Toro. Ci è riuscito Ciro Immobile nel 2013-14 e prima di loro, solamente Paolo Pulici (tre volte), Valentino Mazzola, Eusebio Castigliano, Gino Rossetti, Julio Libonatti, Heinrich Schonfeld hanno fatto lo stesso. Gemello del gol del Puliciclone, nel complesso, con i piemontesi, fa registrare 289 presenze e 122 reti totali, vincendo lo scudetto nella stagione 1975-1976.

Quando firma per la Roma, dopo aver sfiorato il titolo con la Fiorentina di De Sisti, Graziani è già entrato stabilmente nella top 10 dei migliori marcatori azzurri di tutti i tempi. Un traguardo che impreziosisce ulteriormente il vanto di essere tra i campioni del mondo del 1982 con sette presenze, un gol e un infortunio in finale. I suoi 23 centri in nazionale gli consentono tutt'oggi di conservare il nono posto in classifica davanti a nomi come Sandro Mazzola, Paolo Rossi, Roberto Bettega e Gianluca Vialli. Il trasferimento in giallorosso appare come una rivincita per chi è cresciuto nel Bettini Quadraro. «Troppo magro», sentenziò dopo un provino il Mago Herrera e le strade tra la Roma e Graziani si separarono ancor prima di essersi incrociate. Sembrava quindi un perfetto riscatto col destino quel rigore contro il Liverpool in finale di Coppa dei Campioni. «L'errore me lo sogno ancora la notte», disse tempo fa forte però dell'orgoglio di essersi presentato sul dischetto a differenza dell'amico Falcao. Vince due volte la Coppa Italia con la Roma, ma sono i successi più amari, quelli della consolazione dopo essersi visto sfuggire il titolo più ambito nel 1984 e il bis da campione d'Italia nel 1986.

Negli anni più recenti si impone come opinionista, tecnico e personaggio di culto dell'intrattenimento sportivo, riuscendo anche a combinare le tre cose, con l'ormai celebre Cervia del programma Campioni. Un format innovativo, che Graziani presenta con queste parole: «Se mi volto indietro, guardo il futuro». O, più semplicemente, un rigore da calciare di nuovo.
(Unioneonline)

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