Il calciatore della Lazio Danilo Cataldi è stato sentito a Genova come testimone al processo a 15 ultras del Genoa per i ricatti alla società. Il centrocampista ha parlato in particolare di un episodio avvenuto il 7 maggio 2017, quando la moglie fu aggredita da un gruppo di tifosi: secondo la Procura l’ex capo ultrà Massimo Leopizzi «costrinse il calciatore e la moglie a non farsi fotografare da una famiglia di tifosi del Genoa al termine della partita Genoa-Inter perché indegno», e aggredì la moglie del calciatore, colpendola con un calcio.

In aula Cataldi avrebbe minimizzato: «Il calcio a mia moglie? Fu una contestazione minima», ha detto. Affermazione che ha lasciato perplessi i giudici: «Se le sembra normale che un tifoso tiri un calcio a sua moglie...», hanno osservato. Quindi il centrocampista, incalzato dai magistrati, ha confermato gli spintoni e l’aggressione fisica nei confronti della moglie.

Cataldi si difende e parla di «ricostruzioni parziali e strumentali, oltre che lesive della mia persona». «Per chiarezza – continua -, non ho minimizzato l’episodio in cui è stata coinvolta mia moglie, la persona che amo e stimo di più al mondo», ha scritto in una story su Instagram.

(Unioneonline/L)

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