L'anno scorso di questi tempi cominciava a fiorire un piccolo miracolo calcistico, quello che avrebbe portato il Lanusei a un passo dal calcio professionistico. Il sogno sfumò solo allo spareggio perso davanti alla corazzata Avellino, partita per vincere il torneo a mani basse e invece costretta a inseguire gli scatenati ogliastrini fino all'ultima giornata. Quella che precedette il sorpasso nella gara secca di Rieti. Nella stagione in corso invece i biancorossoverdi sono impantanati in piena zona playout e, vista l'aria che tira, per salvarsi senza ricorrere alla lotteria degli spareggi dovranno sudare le proverbiali sette camicie. I numeri sono impietosi. Alla 9 giornata - ottobre 2018 - il Lanusei viaggiava in testa alla classifica dopo aver battuto il Cassino con uno score di assoluto riguardo: sei vittorie, due pareggi, una sola sconfitta, quattordici gol fatti e soltanto sei subiti per un totale di venti punti. Adesso, sempre dopo nove partite - i punti conquistati sono soltanto otto, frutto di una misera vittoria, cinque pareggi e tre sconfitte.

L'ex attaccante Gabriele Bernardotto (Archivio L'Unione Sarda)
L'ex attaccante Gabriele Bernardotto (Archivio L'Unione Sarda)
L'ex attaccante Gabriele Bernardotto (Archivio L'Unione Sarda)

Trovare le differenze tra una squadra che dodici mesi fa girava a meraviglia e la formazione attuale non è difficile. L'allenatore è lo stesso - si vede nella ricerca irrinunciabile del fraseggio - ma gli interpreti in campo no. La dirigenza quest'estate ha deciso di confermare il tecnico, un segnale di continuità, ma ha tolto alla squadra la spina dorsale, sperando di trovare sostituiti all'altezza che però non si sono rivelati tali. Non ci sono più il portiere paratutto Cosimo La Gorga, i centrali di difesa Mario Esposito, Andrea Congiu e Federico Bonu, il centravanti Gabriele Bernardotto - 16 centri all'attivo - e la mezzala Andrea Demontis. Anche volendo tralasciare la consistenza attuale del reparto difensivo (un terzino si trova anche in piazza di chiesa, diceva un allenatore ogliastrino in auge negli anni Ottanta), la mancanza di valore aggiunto traspare soprattutto dalla cintola in su. Bernardotto, oltre ad aver trovato confidenza con il gol, era un appoggio sicuro per consentire all'undici di Gardini di guadagnare campo. Faceva salire la squadra, offriva costantemente la verticale a capitan Ladu, fulcro del gioco biancorossoverde. Quest'ultimo sapeva di poter servire l'ariete d'attacco anche a occhi chiusi, ma non solo. Poteva godere sempre di soluzioni alternative. L'appoggio laterale o profondo verso gli esterni bassi (Kouadio a destra, Carta a sinistra) lo scarico sui due centrali di difesa, ma soprattutto l'opportunità di premiare l'inserimento proprio di Demontis, capace come pochi altri di riempire l'area o calciare da fuori, creare superiorità numerica nei pressi del portiere avversario oppure dare un'accelerata in fase di possesso sulla trequarti avversaria.

Capitan Pietro Ladu (Archivio L'Unione Sarda)
Capitan Pietro Ladu (Archivio L'Unione Sarda)
Capitan Pietro Ladu (Archivio L'Unione Sarda)

Tutte queste soluzioni, oggi, non sono nella disponibilità di Gardini e dello stesso Ladu, il cui rendimento è sensibilmente inferiore rispetto a dodici mesi fa. In primis perché Caruso, il centravanti ingaggiato con la pretesa di non far rimpiangere Bernardotto, non è neppure lontano parente del bomber che l'anno passato faceva sognare il popolo biancorossoverde. In secondo luogo perché nessuno dei centrocampisti a disposizione oggi è in grado di saper fare quello che fa Demontis. Terza considerazione, mancano al complesso fuori quota in grado di giocare con la maturità degli adulti. Basti pensare a Kouadio e Carta, due difensori esterni di livello, e a Mateo Likaxhiu, un classe 2000 che lo scorso anno si era mostrato in grado di interpretare a dovere sia il compito di fare da scudiero di Ladu sia quello di irrompere sulla trequarti avversaria e crearvi scompiglio. Non a caso Likaxhiu e Demontis, oggi, fanno coppia fissa nel centrocampo della Sanremese, una delle squadre più attrezzate dell'intera categoria. E Bernardotto, da professionista, comincia a segnare con frequenza vestendo la maglia della Vibonese.

Simone Caruso (Archivio L'Unione Sarda)
Simone Caruso (Archivio L'Unione Sarda)
Simone Caruso (Archivio L'Unione Sarda)

A Gardini, oggi, non resta che sperare in un aiuto dal mercato - sono attese mosse del nuovo ds Guidetti - e in una crescita dell'unico elemento di qualità approdato quest'anno in biancorossoverde. Parliamo di Vittorio Attili, attaccante esterno che quest'anno l'allenatore del Lanusei ha utilizzato anche da falso nove o da mezzala nella speranza di aumentare la cifra tecnica della squadra. Che continua a palleggiare bene - l'allenatore lo vuole e in questo è un maestro - ma non segna mai.
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