Ingeneroso ma realista, Massimo Rastelli: nel giorno della festa, della prima volta per lo stadio nuovo, dell'apertura della stagione a Cagliari, lui strappa i festoni, le trombette e i cotillons: "Oggi non conta altro che vincere", pragmatico e conciso.

La sua sottolineatura magari sarà inelegante ma per lui conta solo quello, è il suo mestiere e poi la gente si ricorderà meglio "quel giorno in cui siamo entrati alla Sardegna Arena..." se Pavoletti, Sau o magari Pisacane, ci metteranno la firma. Oggi conta solo muovere la classifica, cominciare a fare punti per evitare che una festa diventi un giorno grigio.

A proposito, potrebbe piovere, anche se le previsioni sono contrastanti soprattutto sull'orario. La speranza, del Cagliari e di chi tifa i Quattro Mori, è che piova soprattutto sulla porta del Crotone, l'avversario peggiore perché sa difendersi e ripartire, in un pomeriggio in cui il Cagliari giocherà all'attacco.

L'ARIA DI FESTA - Sarà un'impresa complessa non farsi distrarre da un clima elettrizzante, dovrà essere la voglia di scalare la classifica a tenere la testa dei giocatori sintonizzata con l'evento. Poi, a fine gara, ci sarà tempo per i giri di campo e le bollicine: un nuovo stadio va battezzato soprattutto con una vittoria.

Ecco perché scende in campo oggi alle 15 praticamente la stessa squadra che ha messo paura al Milan, con una sola, scontata novità, e una possibile variante.

LO SCHIERAMENTO - Leonardo Pavoletti, lo ha ammesso Rastelli ieri sera, può trovare la condizione giusta e i tempi di gioco solo con la partita. È un animale d'area di rigore, seppure arrivi da sette mesi di calcio simulato, quindi a lui una maglia da titolare oggi non la leva nessuno. Mister 10 milioni dovrà guidare un reparto dove Joao Pedro e Sau sono dei guastatori abili con la palla e con i movimenti, toccherà a Pavoletti trovare la combinazione giusta per far esplodere la Sardegna Arena.

In mezzo, con Cigarini a dettare il tempo e Barella a sradicare palloni, potrebbe trovare spazio Dessena, il capitano rigenerato e pronto a dare una mano, anziché Ionita: il moldavo sarebbe rientrato dagli impegni con la sua nazionale abbastanza affaticato, ecco perché il colosso di Chisinau potrebbe partire dalla panchina. C'è il giusto mistero sulla scelta di Rastelli in quel delicato punto del campo, ma Dessena appare favorito. Dietro, aspettando la fisicità e l'esperienza di Van der Wiel (un paio di settimane prima dell'esordio), da destra a sinistra Padoin, Andreolli, Pisacane e Capuano rappresentano, per Rastelli, sicurezza e qualità. Così come i loro ricambi. L'esperimento di lanciare Miangue fra gli undici di partenza è terminato, il giovane belga dovrà guadagnarselo, quel posto, perché in Serie A nessuno ti regala nulla, tantomeno Capuano. E poi c'è Cragno, al quale la fiducia della società non può che fare bene.

IL PUBBLICO - Sarà bellissima la coreografia che tutta la Sardegna Arena potrà regalare e regalarsi, uno stadio colorato di rossoblù con le tribune a pochi passi dal prato. "Un tredicesimo uomo in campo", ha detto ieri l'allenatore del Cagliari, "tutti dovranno remare dalla stessa parte".

Fine delle polemiche, massimo sostegno alla squadra, quella di oggi dovrà essere una delle diciannove "feste" nella nuova arena. La parola alla squadra. E al pallone.

Enrico Pilia
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