Nicolò Barella entra nella storia. E ci resterà per sempre.

Il gol con cui ieri sera ha aperto le marcature spianando all’Italia la strada verso le semifinali di Wembley è il primo messo a segno da un calciatore sardo nelle fasi finali dei Campionati europei o mondiali.

Ci era andato vicino nel 1996 Gianfranco Zola, ma sbagliò un rigore contro la Germania, tralaltro decisivo per l’eliminazione della Nazionale di Arrigo Sacchi.

Ieri al minuto 31 del primo tempo il 24enne cagliaritano ha fatto un gran gol, da vero centravanti: ha raccolto in area il passaggio di Verratti, in mezzo a due giganti belgi ha fatto sparire la palla facendola riapparire sul suo piede destro per poi scagliare un gran diagonale che ha terminato la sua corsa all’angolino basso, senza lasciare scampo a Courtois.

Poi la corsa con la lingua di fuori e la scivolata sul terreno di gioco, prima di essere sommerso dall’abbraccio dei compagni.

Il sigillo su una prestazione di grande sostanza, dopo le critiche per la partita un po’ sottotono contro l’Austria. Ma Roberto Mancini non ha mai avuto dubbi: lui per il centrocampista sardo stravede, tanto che Nicolò con Jorginho è l’uomo insostituibile del centrocampo italiano in questi Europei.

Dalla tribuna Barella ha ricevuto la spinta e il tifo di papà Luca, giunto in volo da Cagliari per la prima volta in questi Europei. E quasi ad omaggiarlo lui ha tirato fuori la migliore prestazione: quantità e qualità, colpi di classe e scontri fisici nei quali lui è secondo a pochi e non si tira mai indietro, nonostante gli avversari fossero dei giganti rispetto a lui.

Una grande serata dunque per il centrocampista sardo, che ora allo scudetto vuole aggiungere l’Europeo per mettere il sigillo sulla miglior stagione (finora) della sua carriera.

Ed entusiasmo doppio a Cagliari, dove la grande festa non è stata solo per la vittoria degli azzurri, ma anche per il gol del sardo nato nella scuola di Gigi Riva e cresciuto calcisticamente nel Cagliari prima di approdare all’Inter.

(Unioneonline/L)

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