"Zola al Chelsea? Sono sicuro che farà bene".

A parlare è uno che Magic Box lo conosce bene. Molto bene.

Stiamo parlando di Luigi Apolloni.

Un difensore che ha scritto pagine importanti della storia del calcio italiano e in particolare del Parma. Dodici gli anni in maglia crociata, dal 1987 al 1999, durante i quali ha vinto di tutto: due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa e una Supercoppa Uefa.

Successi che gli hanno permesso di vestire l'azzurro della Nazionale Italiana (e di partecipare al Mondiale di Usa '94 e all'Europeo inglese '96), condividendo lo spogliatoio con autentiche leggende del calcio, come Roberto Baggio, Franco Baresi e - appunto - Gianfranco Zola.

"Campioni unici", spiega a L'UnioneSarda.it.

Luigi Apolloni in Nazionale nel 1996
Luigi Apolloni in Nazionale nel 1996
Luigi Apolloni in Nazionale nel 1996

Partiamo dal Mondiale di Russia. Lei ha disputato quello del 1994. Cos'è cambiato?

"Mi ha sorpreso vedere le grandi fare fatica. Non mi aspettavo sicuramente il flop del Brasile, della Spagna, dell'Argentina, della Germania: sono uscite tutte insieme. C'è da dire che ormai è difficile trovare delle squadre disorganizzate. Il calcio a livello organizzativo è cresciuto molto, ci sono meno spazi e diventa complicato trovare opportunità. Oltretutto a fine stagione i giocatori sono più stanchi e i ritmi inevitabilmente calano".

L'assenza dell'Italia non è stata un dettaglio...

"Non mi sento di giudicare il campionato attuale, ma credo che ai miei tempi ci fossero calciatori di qualità superiore. Maradona, per citarne uno, ha fatto la differenza e ha entusiasmato le platee come nessun altro. Altro esempio: nel nostro Parma c'era Asprilla che ha esaltato tutti con la sua semplicità e la sua classe".

Molti dicono che Asprilla fosse una "testa calda". È vero?

"Tino era frizzante sia negli allenamenti che durante le partite. Ma era, ed è, il suo modo di essere. In campo comunque faceva cose straordinarie. Alla fine conta quello. Poi bisogna sottolineare che arrivava da una cultura diversa, quella sudamericana, e non è mai semplice ambientarsi. Lo apprezzavamo tutti, è stato uno dei calciatori più forti con cui abbia mai giocato".

Dalla sinistra Gabriel Omar Batistuta (Fiorentina) e Luigi Apolloni (Parma)
Dalla sinistra Gabriel Omar Batistuta (Fiorentina) e Luigi Apolloni (Parma)
Dalla sinistra Gabriel Omar Batistuta (Fiorentina) e Luigi Apolloni (Parma)

Qual è la causa principale della debacle del calcio nostrano?

"Le ragioni sono tante. Credo però ci siano davvero troppi stranieri che non permettono ai nostri giovani di accumulare esperienza a grandi livelli. I vari Buffon, Bergomi, Baresi, Del Piero, Totti, hanno avuto la possibilità fin da subito di mettersi in mostra. Anche negli anni Novanta ci sono stati stranieri in Serie A. Ma erano tre sugli undici in campo. Oggi è l'esatto contrario. Basta guardare il Napoli, che di italiano ha solo Insigne nella formazione titolare. Non può essere così".

Zola affiancherà Sarri al Chelsea. Cosa pensa della nuova avventura del suo ex compagno?

"Con Gianfranco ci sentiamo spesso: sono felice del suo ritorno al Chelsea. Da giocatore era un perfezionista e lo è anche da allenatore. Il calcio lo conosce, perché ha giocato sia in Italia che in Premier riuscendo a vincere dappertutto. Poi si è distinto non solo dentro il campo, ma anche fuori diventando Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2004. Lui e Sarri, che ha fatto il corso da allenatore con me, si completano. Zola ha delle esperienze di spogliatoio grandiose cosa che probabilmente a Sarri manca, ma l'ex Napoli può colmare con la sua preparazione. Auguro il meglio ad entrambi".

Che ricordo ha dello Zola giocatore?

"Un calciatore straordinario. Era uno spettacolo vederlo mentre tirava i calci piazzati. La sua caratteristica principale era la meticolosità e la sua semplicità dentro e fuori dal campo. Lo ritengo assieme a Roberto Baggio e pochi altri uno dei maggiori talenti della storia del calcio italiano".

Dalla sinistra Giuseppe Giannini (Roma) e Luigi Apolloni (Parma)
Dalla sinistra Giuseppe Giannini (Roma) e Luigi Apolloni (Parma)
Dalla sinistra Giuseppe Giannini (Roma) e Luigi Apolloni (Parma)

Eppure non è riuscito a conquistare il Pallone d'Oro...

"In quegli anni lo avrebbero meritato in tanti. Nel 1996, per esempio, lo diedero a Sammer, ma lo avrebbero potuto dare a tanti altri. C'era tanta concorrenza. Nemmeno Del Piero, che in quel periodo era incontenibile, c'è riuscito".

È mai stato in Sardegna?

"Sì, più volte. Ho un ricordo bellissimo della vostra terra perché prima del Mondiale di Usa 94 io e la mia futura moglie siamo stati ospiti proprio di Zola a Oliena. Abbiamo girato tutta la zona con la barca e siamo stati benissimo".

Da sinistra Roberto Donadoni, Pierluigi Casiraghi e Luigi Apolloni
Da sinistra Roberto Donadoni, Pierluigi Casiraghi e Luigi Apolloni
Da sinistra Roberto Donadoni, Pierluigi Casiraghi e Luigi Apolloni

Qualche aneddoto particolare?

"Quando sono stato a casa di Zola, ma assieme ad Asprilla. Abbiamo deciso di andare a pesca. Eravamo tutti e tre grandi appassionati e Gianfranco, oltretutto, era bravissimo. Il suo segreto era la canna da pesca del padre di cui era gelosissimo e non voleva la utilizzasse nessuno. La teneva custodita gelosamente in sala da pranzo e guai a toccarla. A un certo punto Asprilla decide di prenderla, assicurando a Gianfranco che non le sarebbe successo niente. Beh, mezz'ora dopo la canna da pesca era distrutta. A noi la cosa fece ridere un sacco. Gianfranco invece si divertì meno...".

Filippo Migheli

(Unioneonline)

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