C’era la guerra, il 7 novembre del 1944. A Leggiuno, in provincia di Varese, nasceva Luigi Riva, per tutti Gigi. Il pallone è nella sua vita sin dai primi anni poi, nel ‘53, il primo dramma della sua vita: in un incidente di lavoro muore il padre Ugo. La madre Edis deve darsi da fare e Gigi entra in collegio, a Viggiù.

Ma è nella sua Leggiuno, con il San Primo, che veste la sua prima maglia da calciatore. Poi il passaggio al Laveno Mombello. È qui che per la prima volta finisce nei taccuini delle “grandi” del calcio italiano. L’Inter lo nota, ma non se ne fa nulla. Resta dov’è, prima della chiamata del Legnano, Serie C, che arriva nel 1962: firma il suo primo contratto, ma si tratta di una parentesi in un periodo drammatico, segnato dalla morte della mamma.

È la sorella Fausta ad accoglierlo sotto la propria ala, come una seconda madre. Nel frattempo il suo mancino inizia a colpire e stupire, e in pochi mesi a Legnano si accorgono di avere in mano un gioiello. Non solo loro. Gigi entra a far parte della Nazionale Juniores. E piace, piace molto, anche alle big. 

Ma il Cagliari lo nota e vuole portarlo in Sardegna il prima possibile. Per questo entra nella leggenda del pallone italico il blitz effettuato nell'intervallo della partita della nazionale juniores contro i pari età della Spagna, disputata nel marzo 1963 allo stadio Flaminio di Roma, quando il vicepresidente rossoblù Arrica gli strappa il “sì” decisivo. 

Riva fa il suo esordio col Cagliari nel campionato cadetto 1963-1964. Da allora la maglia rossoblù – con l’inconfondibile numero 11 - non se la toglierà più, mai più.

Saranno 315 le presenze messe in fila anno dopo anno e 164 le reti realizzate da quello che Gianni Brera non esiterà a soprannominare Rombo di Tuono, quando il Cagliari vinse a San Siro contro l’Inter e il maestro del giornalismo sportivo scrisse: «Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l'Inter a San Siro. Oltre 70mila spettatori: se li è meritati Riva, che qui sopranomino Rombo di Tuono». 

Una carriera che culmina con lo Scudetto – incredibile, indimenticabile – del 1970, con Riva che del Cagliari è sia bomber che condottiero. 

Anche in Nazionale, naturalmente, Gigi fa sentire il suo rombo: 42 presenze e 35 gol. Una media da non crederci. E con gli Azzurri vince l’Europeo del 1968 e partecipa alla spedizione di Messico 70, che vede l’Italia sconfitta in finale dal Brasile. 

Lascia il calcio nel 1977. Ma resta a Cagliari. Perché la Sardegna, quella no, non l’ha mai lasciata. E ora che non c’è più sarà la Sardegna a non lasciarlo. E a non dimenticarlo. Mai. 

(Unioneonline/l.f.)

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