Dopo più di 19 anni e tanti successi Roman Abramovich lascia la presidenza del Chelsea, lo fa sapere con un comunicato in cui spiega che "durante i miei quasi 20 anni di proprietà, ho sempre considerato il mio ruolo di custode del Club, il cui compito è garantire il massimo successo che possiamo avere oggi, oltre a costruire per il futuro, e allo stesso tempo svolgere un ruolo positivo nelle nostre comunità".

"Ho sempre preso le decisioni tenendo a cuore l'interesse del Club. Rimango fedele a questi valori. Ecco perché oggi sto affidando agli amministratori della Fondazione di beneficenza del Chelsea la gestione e la cura del Chelsea FC", conclude uno degli oligarchi russi più famosi al mondo.

Nessun riferimento alla guerra in Ucraina, ma è evidente che il motivo sia quello, dato che il Chelsea rischiava di catalizzare il crescente sentimento di ostilità anti-russa che si respira nel Regno Unito in seguito all'invasione.

Lo stesso manager dei Blues, Thomas Tuchel, ha detto che la sua squadra – campione d’Europa e che domani disputerà la finale di Coppa di Lega contro il Liverpool - è stata investita da un'ondata di ostilità perché di proprietà dell’oligarca russo.

"Da un certo punto di vista posso anche comprendere le opinioni critiche verso il club - le parole di Tuchel -, e anche verso di noi che rappresentiamo il club.Nessuno si aspettava una simile situazione, è irreale, turba le nostre menti così come la gioia per la finale, portando grande incertezza. Non possiamo che rivolgere i migliori auguri a quelle persone e famiglie più coinvolte di noi in questa situazione".

L’immenso patrimonio di Abramovich ancora non è stato toccato, anche se in molti tra i parlamentari chiedono severe sanzioni anche per lui, molto vicino al Cremlino e a Vladimir Putin.

Non solo: secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg, ci sarebbero diversi investitori e società di private equity statunitensi che stanno monitorando la situazione perché interessate all'eventuale acquisto del club londinese.

(Unioneonline/L)

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