"Un dolore che ricorderò per tutta la vita, come un coltello in una ferita aperta. Una sofferenza che non auguro a nessuno". Eric Abidal, ex difensore francese del Barcellona, torna a parlare della partita più importante della sua carriera.

La lotta, vinta, contro il tumore al fegato diagnosticatogli nel marzo del 2011.

Una storia di enorme sofferenza, ma anche di rinascita, visto che il difensore dopo la malattia è ritornato in campo e, ad appena due mesi da quella tragica diagnosi, ha sollevato al cielo la Champions League.

In un'intervista concessa a Canal Plus, Abidal racconta due avvenimenti che non dimenticherà mai.

Il primo, quando inviò un video alla squadra prima di una partita, dicendo loro "che non dovevano preoccuparsi per me".

Abidal era molto magro, la malattia lo aveva reso quasi scheletrico. "Sapete cosa mi disse Messi? Di non inviare più una cosa del genere perché li faceva stare male: io cercavo di incoraggiarli, loro mi dicevano che mi vedevano come un cadavere e li turbavo".

Il secondo episodio riguarda la visita, a New York, del connazionale Thierry Henry: "Quando lo vidi piansi come un bambino: ero contento che venisse a trovarmi, ma non avrei voluto che mi vedesse in quel modo".

LA PRECISAZIONE - Poi lo stesso Abidal, in seguito ad alcune interpretazioni maliziose del racconto su Messi, che in molti hanno visto come una stoccata al suo ex compagno di squadra più celebre, è tornato sulle sue dichiarazioni per fare una precisazione. "Non mi ha mai detto di non fare più video o che non voleva sapere nulla della mia malattia. Mi ha solo detto che non gli piaceva vedermi in quello stato, ma non ha mai usato parole brutte nei miei confronti".

(Unioneonline/L)

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