Domenica alle 14.30 grande appuntamento di calcio sardo: al "Nespoli" c'è Olbia-Torres, derby del Girone B di Serie C. Per presentarlo, durante "L'Informatore Sportivo" su Radiolina, sono intervenuti due grandi ex: Salvatore Sechi, ora presidente del Tempio ma che ha salvato i sassaresi dal fallimento, e Simone Pinna terzino classe '97 della Tharros con un passato in Gallura. 

«Ne ho vissuti tanti di derby Olbia-Torres e ne mancano altri, vedi quelli con Nuorese e Tempio: speriamo di poter riportare il calcio identitario in Sardegna, così i derby sono tali. È molto bello, nell'Isola, quando il campanilismo funziona nel calcio», afferma Sechi, che non indica favoriti: «Può esserci qualsiasi risultato, ma speriamo sia un grande spettacolo». Pinna invece la sfida l'ha giocata all'Olbia, anche nel 2016 quando fu finale playoff di D e con quel successo ottenne la promozione: «Ero squalificato, l'unica volta che l'ho dovuta seguire dalla tribuna. Poi ne ho giocati altri contro Arzachena e Nuorese, sia in C sia in D. Chi vince? Ogni derby è ingiudicabile, lo decide chi scende in campo: di pronostici e classifica non se ne parla in settimana». Sull'eurogol di ieri di Daniele Ragatzu: «L'ho sentito, ma non c'era bisogno che segnasse in rovesciata per far capire chi è».

In campo. Pinna aveva iniziato la stagione da svincolato, poi è andato alla COS in D e adesso alla Tharros in Eccellenza: «Un accordo per finire il campionato, non essendo riuscito a tornare in C a gennaio. Avendo un bimbo di sette mesi ho preferito questa scelta e ripartire a luglio col campionato alle porte: ho sempre vissuto di calcio e mi sono calato con umiltà in questa situazione».

Sui biancorossi: «La classifica non rispecchia il valore della squadra, per qualche causa ci siamo ritrovati in questa posizione che prima era ancora più deficitaria. Col nuovo allenatore abbiamo dato una sterzata, ora cerchiamo di salvarci quanto prima». Pinna ricorda il suo periodo al Cagliari, nel 2019-2020: «Dopo aver dimostrato di poterci stare, anche come scommessa del club perché venivo dalla C, non sono mai venuto a sapere il motivo per cui non ho più avuto la possibilità di dimostrare quanto avevo fatto in campo. I ricordi più belli sono la standing ovation dello stadio e il calore della società che mi ha rinnovato il contratto all'istante».

Il patron. Sechi racconta come sta gestendo il Tempio, dopo gli anni alla Torres: «Il compito non è facile. La mia avventura calcistica, andata dalla C con la Torres a questo campionato di Promozione che non conoscevo, mi ha fatto capire che tutte le categorie sono complicate e non si vince solo costruendo squadroni. Affrontavo il Tempio in C2 con la Torres, mi è rimasto nel cuore questo territorio e mi era dispiaciuto sapere che il calcio qui era scomparso, per questo mi sono offerto di dare una mano. La storia del calcio in Sardegna è fatta da molte comunità ora in un momento difficile, come la Nuorese: giusto tornino ai fasti di un tempo».

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