Un Cus Cagliari determinato e difensivamente solido ha conquistato la permanenza nell’A2 femminile di basket imponendosi 52-49 nella “bella” del playout col Jolly Acli Livorno, condannato alla retrocessione in B.

Le cagliaritane, che avevano vinto gara1 49-51 in Toscana e perso in casa il secondo incontro della serie con l’eloquente punteggio di 46-66, hanno cancellato la deludente prova di mercoledì, che aveva avuto la livornese Giangrasso come protagonista assoluta, grazie a una prestazione corale in cui una difesa attenta e concreta ha supportato e favorito le azioni offensive. Alle assenze per infortunio di Striulli e Madeddu, a metà terzo quarto si è sommata quella di Ljubenovic, uscita dolorante a un piede dopo un contatto con un’avversaria e costretta a interrompere anzitempo la propria partita.

Una doccia fredda per le cussine, che tuttavia sono riuscite a mantenere lucidità e concretezza e a portare il vantaggio sul +12 (48-36) al 6’ del quarto quarto prima di subire l’ultimo colpo di coda del Jolly, che ha timbrato il 49-49 a 96” dalla sirena ma è stato ricacciato indietro da Prosperi e Niola, che hanno riportato il Cus avanti 51-49. Il segreto è stata la forza del gruppo, ognuna ha contributo a modo suo, dalla play nonché mpv Sara Saias, che ha chiuso con 20 punti all’attivo, alle varie Prosperi, Niola, Caldaro, Puggioni, Petrova e Zavalloni. Menzione speciale per Ljubenovic, che ha messo tutta la propria esperienza a disposizione della squadra in un playout di per sé difficile per natura e complicato dall’assenza della capitana Striulli e dal successivo infortunio di Madeddu, sempre pronte a supportare le compagne dalla panchina.

IL COACH - “Non abbiamo mai pensato di retrocedere, né nella prima parte del campionato, quando abbiamo sofferto l’assenza per infortunio di Striulli, né quando abbiamo avuto una ripresa straordinaria dopo il Covid. Poi, dopo la gara dominata a Bolzano, è arrivato un altro infortunio di Striulli, poi quello di Madeddu e ieri quello di Ljubenovic. Sono situazioni che potrebbero stendere chiunque, ma l’attaccamento, l’identità e la determinazione del gruppo hanno fatto la differenza. I playout son così, abbiamo condotto questa partita con una playmaker di 19 anni che ha fatto la partita più importante della propria carriera”, conclude coach Federico Xaxa.

IL BILANCIO - Nell’anno in cui il Covid aveva fermato il Cus per 50 giorni, le cussine sono riuscite, all’ultima chiamata, a mantenere un posto in A2, dove la prossima stagione ritroveranno anche le giallonere della Techfind San Salvatore, andate ai playoff per la prima volta nella storia della società selargina e protagoniste fino alle semifinali. Conclusione amara, invece, per la terza sarda del torneo, la Virtus Cagliari, condannata alla retrocessione diretta dopo aver chiuso all’ultimo posto, e con soli due punti all’attivo, una stagione regolare segnata da Covid, quarantene e gravi infortuni.

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