A Sassari, come a Siena, Pisa, Milano, Napoli e Siracusa. Il mondo ippico ha manifestato questa mattina per chiedere che ripartano le corse.

È stata piazza d'Italia la sede scelta per segnalare un problema che in Sardegna riguarda tre ippodromi (Sassari, Chilivani e Villacidro), 500 cavalli da galoppo senza contare fattrici e puledri, e circa 5.000 lavoratori, perché il mondo ippico coinvolge non solo fantini, allenatori e allevatori, ma anche artieri, maniscalchi, veterinari, giudici, autotrasportatori, sellerie e aziende zootecniche che si occupano del mangime.

Gian Mario Carboni, presidente nazionale dell'Aipacaa (Associazione proprietari e allevatori cavallo anglo-arabo) che ha organizzato la manifestazione, spiega: "Francia e Germania hanno ripreso a correre a porte chiuse già da una decina di giorni, da noi è stato stabilito un protocollo generale ma non c'è ancora un decreto che indichi quando ripartiranno le gare. Venerdì la protesta si trasferirà a Roma, davanti a Palazzo Chigi, perché è indispensabile ripartire entro la fine del mese, le perdite economiche ci hanno messo in ginocchio".

Nino Murru, fantino di Sindia, aggiunge: "Siamo in crisi, abbiamo bisogno di lavorare, gli allenamenti non bastano né a noi, che guadagnamo coi montepremi delle corse, né ai cavalli che sono nati per gareggiare".
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