La riconoscenza non è cosa di questo mondo, ma se c'è una persona che in vita è stata condannata ingiustamente all'oblio, questa persona si chiama Paolo Spinetti, ex pugile algherese, che ci ha lasciato all'età di 84 anni, pianto solamente da pochi familiari ristretti, nella cattedrale di Santa Maria ad Alghero.

Eppure nel 1957 il peso gallo Spinetti, da dilettante un gigante del ring, in piena guerra fredda, si rese protagonista di incontri di boxe esaltati dai giornali sportivi di tutto il mondo. Vinse infatti a Mosca una rassegna pugilistica del "Festival mondiale della gioventù", in pratica il campionato mondiale dilettanti dell'epoca.

Spinetti, che aveva 21 anni e da poco tempo era in Nazionale, sconfisse uno dopo l'altro i temutissimi pugili dell'Est (e non solo), autentici titani del quadrato. Un'impresa che da quelle parti era riuscita a ben pochi. Nemmeno a Napoleone, come scrisse argutamente il giornalista Raf Pironti.

Alcuni degli avversari sconfitti sarebbero diventati mostri sacri del firmamento pugilistico internazionale. Ecco in sequenza le vittime di Mosca del catalano: lo jugoslavo Mitrovic, il polacco Kowarsky, Kamara Diop, uno dei pugili francesi più forti di tutti i tempi, e infine il russo Zazukhin, che aveva 200 incontri più di lui.

Dopo questo trionfo Spinetti si trasferì da Alghero a Milano, dove passò nei professionisti. Un passo avventato e forse prematuro. La vita milanese distolse il pugile catalano dagli allenamenti e poco dopo infatti abbandonò l'attività, emigrando per tanti anni in Svizzera, dove venne presto dimenticato.

Paolo Spinetti (foto concessa)
Paolo Spinetti (foto concessa)
Paolo Spinetti (foto concessa)

In Svizzera portò sua moglie Anna Maria Gallo, algherese pure lei. Nel 1971 nacque l'unico figlio Antonello, che dal 2013 fa il commerciante nella città catalana.

"Mio padre è tornato dalla Svizzera sd Alghero quando è andato in pensione, circa 20 anni fa.- spiega Antonello - Ha eseguito tanti lavori, tra i quali il muratore, l'autista di mezzi pesanti nel traforo del San Gottardo, l'operaio in una grande acciaieria. Al funerale nella cattedrale di Santa Maria eravamo in pochissimi. La cosa mi ha stupito. In fondo mio padre ha fatto tanto per la boxe algherese e le sue imprese da dilettante sono parte della storia della città. Quelle nessuno potrà cancellarle".

Una testimonianza del valore di boxeur di Spinetti ce la offre un altro grande della boxe catalana: Angelo Priami, formidabile alfiere dei ragazzi allenati negli anni 50 e 60 dal grande Franco Mulas."Paolo era un pugile di un'aggressività straordinaria - commenta -, non era molto tecnico ma non ti lasciava respirare. Un avversario ostico per tutti. Ho saputo solo oggi della sua morte. Mi dispiace non essere andato ad onorarlo".

Paolo Spinetti per la sua attività di pugile non ha mai ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte del comune di Alghero e di nessuna organizzazione sportiva sarda.
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