Il pareggio con l'Orrolese mercoledì scorso può segnare un nuovo inizio nel campionato del Gonnosfanadiga. La squadra allenata da Matteo Congia ha cominciato il Girone A di Promozione col 2-2 allo scadere col Tortolì, poi però sono arrivate cinque sconfitte consecutive. L'1-1 prima del weekend di sosta ha permesso di resettare tutto, dando ai giocatori rinnovate motivazioni. «È stata una boccata d'ossigeno enorme», fa notare il tecnico ex Villacidrese e Segariu. «Siamo partiti con tanti handicap, perché abbiamo rifatto la squadra quasi da zero e con tanti fuoriquota: quando sono al completo le uso quattro. Sopra i trent'anni abbiamo solo Fenu, Pisano e Tomasi, che a inizio anno hanno tutti saltato qualche partita. I ragazzi si sono trovati alla prima esperienza, in un campionato molto più difficile dallo scorso perché il livello si è alzato molto, e dopo qualche risultato negativo a livello mentale abbiamo pagato questa situazione. Però adesso li stiamo recuperando e i risultati si sono visti nel pareggio con l'Orrolese».

Ripartenza. Domenica pomeriggio il Gonnos sarà impegnato sul campo del CUS Cagliari, quinto a -4 dal Monastir capolista. Una partita dove i biancoverdi cercheranno i primi punti in trasferta. «Stiamo bene, abbiamo una partita contro una squadra forte ed esperta: sarà un impegno difficilissimo, però dobbiamo provare a prendere i punti dappertutto», dice Congia. «Ce la giocheremo, poi tireremo le somme al fischio finale. Abbiamo staccato per tre giorni con la sosta, come non era mai successo, e ieri ho rivisto i ragazzi in allenamento con un altro spirito».

Ma a "Sa Duchessa" Congia non potrà essere in panchina, per la terza espulsione in sette giornate. «Dicono che mi faccio sentire solo io, ma parlo coi miei giocatori perché sono molto giovani e non posso non guidarli», la sua spiegazione. «Mi dispiace perché passo per chi si lamenta con gli arbitri, ma non voglio sembrare quello che non sono. Col Tortolì avevo rimproverato un mio giocatore, poi a Guspini due ammonizioni in trenta secondi per la stessa protesta e l'ultima perché un avversario mi ha minacciato dopo il rigore che avevamo avuto contro, che poteva starci. Con gli arbitri cerco di avere un dialogo costruttivo».

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