Dal Muravera al Cluj: Kalifa, migrante e sardo d’adozione, nella serie A rumena
Continua il sogno del calciatore di origine gambiana, arrivato su un barcone in Italia e che in Sardegna ha trovato ospitalità e anche l’amorePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dal Muravera al Frosinone, poi alla Torres e ora nella serie A rumena.
Kalifa Kujabi, centrocampista gambiano che per tanti anni ha vestito la maglia del Muravera in Eccellenza e Serie D, ora si gioca tutto col Cluj, squadra che vanta otto campionato nazionali, quattro Coppe e quattro Supercoppe di Romania. L'acquisto è stato già ufficializzato.
Una grande occasione per il sardo-gambiano, sposato con una donna di Villaputzu e che a Muravera (lo ha allenato Francesco Loi, ora tecnico della Cos) è stato adottato come un figlio.
La sua storia è nota. Ha attraversato l'Africa con il sogno di diventare un calciatore. A suggerirgli di trasferirsi è stato il fratello: «Vai, puoi far carriera. In Africa non ci fai niente».
Così dal Gambia è arrivato col barcone in Sicilia. Poi il trasferimento a Muravera dove gioca in Serie D. Si è sposato a Villaputzu nel 2021 con Gaia Podda ed ha anche una bambina, Fatima.
Un ragazzo straordinario Kalifa Kujabi. Il mister Francesco Loi non poteva farne a meno nelle sue formazioni. Fisico possente, gran classe e anche col vizio del gol. Sognava il professionismo ed ora ha realizzato questo sogno. «È stato mio fratello Bacari – racconta Kalifa – a dirmi, quando avevo 16 anni, che dovevo lasciare il Gambia. Lui fa l'operatore turistico, mi diceva che avevo talento ma che, per fare carriera nel calcio, dovevo partire e raggiungere l'Europa. Mi ha affidato a un trafficante, tutto a sue spese. Sono partito in macchina sino al Niger. In Gambia ho lasciato tanti familiari. Mia mamma è andata in Senegal quando avevo tredici anni. Vive ancora lì dopo essersi lasciata con il mio babbo che oggi ha tre mogli».
«In Senegal - continua in italiano, che parla benissimo – mi hanno messo in macchina, arrivando sino alla Libia. Ci sono rimasto da solo per sette mesi. Sempre seguito da lontano da mio fratello».
Poi il barcone che il 30 aprile del 2017 lo ha portato in Sicilia dove è finito in una casa di accoglienza. «Dopo un mese, mi hanno portato a Palermo, dove ho studiato conseguendo la licenza di terza media. Ho avuto modo di giocare a pallone al centro sociale che mi ospitava. Qualcuno mi ha notato e nel 2018 mi ha portato a Muravera. Non finirò mai di ringraziarlo. Non finirò mai di ringraziare la società che mi ha accolto, il mister Francesco Loi, il suo vice Antonio Carta, il suo staff, i dirigenti, i tifosi che mi hanno adottato, i compagni di squadra, con cui ho vinto il campionato di Eccellenza».
Poi l’esperienza con la Torres, al Frosinone con esordio in Serie B. E ora, la nuova avventura Romania.