Dopo la sosta, la Serie D è tornata a giocare nel weekend. La Cos Sarrabus-Ogliastra, prima delle sarde, ha ripreso con un 2-2 contro l'Ostiamare in uno scontro diretto che conferma l'ottima stagione col quinto posto in classifica a 38 punti. «Una bella partita, tra due squadre in condizione che occupano la parte alta della classifica», il commento all'indomani del pareggio di Francesco Loi, allenatore della Cos, ospite a "L'Informatore Sportivo" su Radiolina condotto da Lorenzo Piras. «L'Ostiamare era una delle squadre date per favorite, con Cavese e Nocerina: abbiamo tenuto testa dignitosamente a un avversario importante, siamo soddisfatti della prestazione dei ragazzi. In questo momento per noi è importante raggiungere una quota tranquillità che permetta di programmare la prossima stagione, poi se dovesse arrivare qualcosa di più deve arrivare secondo i nostri princìpi, anche societari». Domenica prossima altro big match, con la Nocerina seconda: «Ci saranno 4.000 spettatori, sarà uno splendido ambiente contro una grande squadre che all'andata abbiamo battuto».

Il progetto. La Cos Sarrabus-Ogliastra è nata a giugno 2022, dopo le note difficoltà del Muravera per il campo. «Quest'anno abbiamo fatto esordire in D dodici giocatori tutti nati fra il 2005 e il 2008», segnala Loi che racconta il progetto della società. «L'anno scorso avevamo dovuto costruire in maniera veloce la squadra, non si sapeva nemmeno se potevamo iscriverci col vecchio titolo sportivo del Muravera. Ora abbiamo consolidato dai Piccoli Amici alla Juniores: in sei mesi siamo riusciti a costruire un settore giovanile importante. Come prima squadra il progetto prevede valorizzare i ragazzi sardi e dare uno sguardo ai giovani del territorio, con uno staff molto preparato e Antonio Carta che è mio vice da quindici anni. Ieri abbiamo giocato con dieci sardi, che è succede praticamente sempre, molti del Sarrabus-Ogliastra più qualcuno del cagliaritano e altri della zona di Nuoro o della Barbagia».

Il tecnico di Loceri, che ha un'illustre carriera in panchina con Lanusei, Tortolì e Muravera, dà uno sguardo anche alle altre principali sarde: «La Torres aveva un'identità molto forte soprattutto sassarese, quest'anno un pochino meno perché la campagna acquisti è stata importante e la piazza è comunque esigente. E in Sardegna c'è un grosso problema sugli impianti, che crea problemi per il salto di categoria».

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