Dalla Sardegna alla Thailandia con un sogno: affermarsi nella Muay thai. È la storia di Francesco Porcu, ragazzo cagliaritano di 26 anni che da poco più di un anno si è trasferito a Bangkok per combattere direttamente nella patria della disciplina di arti marziali, nota anche come boxe thailandese. E i risultati, a tredici mesi di distanza dalla decisione di cambiare vita (e mondo), iniziano ad arrivare: cinque vittorie in altrettanti incontri, due per ko e tre ai punti, con l’ultimo successo la settimana scorsa contro il cinese Liu Cheun al Rajadamnern Stadium, uno degli impianti più antichi della capitale thailandese.

«Trasferirmi dalla Sardegna fino a qui sembrava una follia, ma volevo inseguire questo sogno», le parole di Porcu, che ha le idee chiare su dove vuole arrivare. «Il mio obiettivo è vincere la Champions League: so che non è facile, perché solo raggiungere quelle categorie è difficilissimo, ma voglio impormi e lasciare un segno. Due anni fa ho avuto un infortunio al crociato che mi ha fatto toccare il fondo, da lì ho cambiato mentalità: dovevo scegliere se smettere o continuare, ho preso la seconda strada e sono molto carico. Solo così posso cambiare la situazione, anche a livello economico».

L’esperienza di Francesco Porcu con la Muay thai è iniziata a settembre 2014. «Me l’ha fatta conoscere mio fratello, portandomi nella palestra di Aldo Rodríguez: lui dopo due-tre anni ha mollto, io ne ho fatto una malattia», racconta. A inizio del 2024 il cambio drastico, ora è con la palestra Jitmuangnon gym: «In Sardegna ci sono poche possibilità, anche solo per andare a combattere in Italia, perché prima di pagare un biglietto si fanno altre valutazioni. Ho fatto due conti e, per inseguire questo sogno impossibile, era più facile venire qui in Thailandia e fare una vita diversa da quella di Cagliari. Con un budget inferiore, perché siamo chiusi in palestra e facciamo poco altro».

La settimana scorsa, per l’incontro vinto con Liu Cheun, a seguire Francesco Porcu c’erano il padre e il fratello («È stato un qualcosa di epico, un sogno realizzato»). La famiglia lo ha sempre seguito, con un amico che lo ha aiutato in Thailandia: «Alessandro Sara, di Bergamo, che avevo conosciuto la prima volta che ero venuto qui a Bangkok nel 2019. Siamo gli unici stranieri in una palestra di venti atleti, viviamo assieme e ha più esperienza di me oltre che parlare il thailandese: mi fa anche da manager, mi trova i match». Il prossimo sarà tra fine marzo e i primi di aprile, con una certezza: «Punto ad arrivare ai vertici».

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