Al teatro Strehler di Milano è in scena fino al 16 febbraio "Un nemico del popolo", spettacolo diretto da Massimo Popolizio e vincitore del Premio Ubu 2020 per la categoria Spettacolo dell'anno.

Altro Ubu, come migliore attrice, è stato assegnato a Maria Paiato, protagonista in panni maschili accanto a Popolizio: due giganti del teatro a confronto in un'opera classica tuttora attualissima.

IL TESTO - Il testo è di Henrik Ibsen, ambientato da Popolizio non nella Norvegia di fine Ottocento, ma nell'America anni '20, a suon di blues. Così Martin Chishimba, energico e ironico, diventa uno schiavo nero che sopporta la fatica con l'aiuto dell'alcool ed è lui a narrare la vicenda politica che infiamma la contea: il medico Tomas Stockmann (interpretato da Popolizio) scopre che le acque della stazione termale di cui lui stesso è direttore, e che finora ha rappresentato l'unica fonte di ricchezza del territorio, sono pericolosamente inquinate. Il fratello Peter (Maria Paiato), sindaco della città, vuole però insabbiare la scoperta, che causerebbe un'ingente perdita di denaro per i lavori di risanamento e rischierebbe di diminuire così la sua popolarità in paese. Popolizio riesce a dipingere con grande maestria un personaggio coraggioso ma facilmente influenzabile, impulsivo, idealista e fiero ma al contempo buffo e tenero.

LA PROTAGONISTA - Maria Paiato veste i panni maschili con una mimesi stupefacente e una forza espressiva che rende il sindaco un personaggio mellifluo e corrotto, tanto carismatico e intelligente quanto privo di scrupoli, l'immagine di un politico che preferisce mettere a rischio la salute della gente piuttosto che perdere popolarità, che passa sopra ai legami di sangue pur di non indebolire la propria immagine pubblica. Paolo Musio e Tommaso Cardarelli come il Gatto e la Volpe di Collodi rappresentano, in un gioco grottesco, la "stampa indipendente", in realtà corrotta e disposta a vendersi al miglior offerente e, proprio come nella storia di Pinocchio, i due abilissimi attori fanno la parte dei falsi amici in un meccanismo che non lascia scampo al Dottor Stockmann, ormai pedina di un gioco spietato che lo porterà a diventare un nemico del popolo; "in un paese di ingrati è meglio essere odiati che amati" sostiene Stockmann. La fisicità di tutti i quattordici capacissimi interpreti sulla scena è notevole così come l'uso dello spazio, della voce e del ritmo. Bravissimo Michele Nani nei panni dell'editore Aslacksen, rappresentante del ceto medio, quella "maggioranza" dalla quale, secondo il dottore, bisogna guardarsi perché è corrotta, contaminata come le acque termali; del resto "essere popolo è un traguardo che bisogna conquistarsi".

GLI ALTRI ATTORI - Giuste e credibili Francesca Ciocchetti e Maria Layla Fernandez, rispettivamente nel ruolo della moglie e della figlia del dottore, l'una benpensante ed estremamente devota al marito, l'altra ribelle e coraggiosa, quasi come un doppio femminile del padre, le uniche due che lo sosterranno fino alla fine e contro l'opinione di tutti. Le scene di Marco Rossi sono essenziali e funzionali a veloci cambiamenti di spazio. C'è anche una citazione dello spettacolo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana del maestro Luca Ronconi quando, sul finale, una quinta collassa su sé stessa mentre Popolizio-Stockmann esce di scena sulle note di una musica rock come un eroe post apocalittico.

LA SCENA - L'inizio dello spettacolo è risultato un po' meccanico, ma quando il grande ingranaggio ha preso il via il pubblico è salito su un treno che ha corso veloce fino alla fine, non lasciando respiro se non per un sentito grande applauso finale.

"Un nemico del popolo" è la storia di una profonda ingiustizia, uno spettacolo audace e necessario in un mondo corrotto dai clientelismi e disposto a mettere alla gogna chi si batte per la giustizia, e ci insegna che "la vigliaccheria non chiuderà la bocca ad un uomo che vuole affermare la verità".
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