«Sono calmo, sono tranquillo, sono un uomo nuovo». Lo ripete come fosse una preghiera laica Fiorello, che invoca la pace dei sensi alla vigilia della 74esima edizione del Festival di Sanremo, in onda da domani fino a sabato 10 febbraio. Ma non serve fare grandi sospironi e ripetersi frasi motivazionali. Tutto tace: nessuna polemica, finora, ha investito la kermesse per definizione più polemica d'Italia.

Amadeus, forte di quattro edizioni record in cui ne ha passate tante, ormai ha la pelle dura e le schiva tutte già dalla prima conferenza stampa dei giornalisti, tornati dopo la pandemia al roof del Teatro Ariston.

Trova molto spazio la protesta dei trattori, che dal cuore dell'Europa alle principali città italiane, Cagliari inclusa, arriverà fino alla città dei fiori per protestare contro le politiche agricole dell'Unione Europea. «Trovo la protesta assolutamente giusta, sacrosanta — risponde Amadeus ai giornalisti che lo pizzicano sul tema — per il diritto al lavoro e alla tutela del proprio posto di lavoro». Fiorello non resiste a una battuta: «Sapete chi c'è in prima fila? Al Bano». Poi però torna serio: «Sarebbe bene che arrivassero, un palcoscenico così non lo trovi tutti i giorni, anzi faccio un appello a venire. Il problema - ha aggiunto a margine - è importante e anche grave e bisogna intervenire». «Se vengono - promette Amadeus - li faccio salire sul palco».

Lo prendono in parola i manifestanti: «Un nostro rappresentante salirà sul palco di Sanremo», annuncia Danilo Calvani, leader del Comitato degli agricoltori traditi. «Siamo in contatto con l'organizzazione del Festival per stabilire i dettagli», ha aggiunto.

Potrebbe essere, questo, l'unico accenno di politica all'Ariston, in un'edizione che non passerà alla storia per canzoni particolarmente impegnate o ospitate controverse. «Festival meloniano? Posso smentire qualsiasi cosa – ha detto categoricamente Ama -. Ho incontrato Roberto Sergio appena diventato amministratore delegato e lui mi ha detto di continuare a fare liberamente Sanremo esattamente come lo avevo fatto negli ultimi quattro. Non mi ha mai fatto una telefonata, ho una assoluta libertà. I miei sono festival che non sono schierati politicamente né a destra né a sinistra». E infatti, è la chiusa, «finora mi hanno attaccato da tutte le parti».

Come una maledizione torna poi la classica domanda sulla prossima edizione. Amadeus sembra sinceramente esausto e poco intenzionato a cedere ai corteggiamenti: «Sono innamorato di Sanremo, ma tutto deve terminare. Sono lusingato dell’affetto della Rai e del pubblico, ma credo che cinque anni siano sufficienti per chiudere, mi auguro, con una festa bellissima. Resterò comunque innamorato di Sanremo a vita». Lo punge Fiorello: «Dopo cinque anni forse ha finalmente capito che deve lasciare la moglie e mettersi con me».

Lo showman siciliano, che condurrà la puntata finale assieme ad Amadeus, sarà il re del DopoFestival, nel cuore della notte. Ed è già rassegnato alla prospettiva di serate infinite, anche se Amadeus promette di tagliare laddove possibile: «L’anno scorso abbiamo avuto l’onore del presidente della Repubblica, quest’anno non ci saranno presenze istituzionali e i co-conduttori non faranno monologhi, piuttosto racconti personali».

Musica, musica, musica, dunque. E non potrebbe essere altrimenti, con il record di trenta canzoni in gara. «Preoccupato? Non ho avuto ancora tempo di preoccuparmi - sostiene Ama - perché sono sveglio dalle cinque di mattina, faccio mille cose, la sera crollo e quindi per il momento tutto tranquillo. L’idea è quella di godersela». E, senza rischi, è ancora più facile.

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